10 Giornata serie A

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parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 08:29
Sampdoria Inter 2-2
Milan Juventus 3-1
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 08:30
Inter, più cuore che gioco
I nerazzurri, due volte in svantaggio, rimontano un'ottima Sampdoria durante un primo tempo palpitante. A segno Diana (doppietta), Cambiasso e Cordoba
Esteban Cambiasso, 25 anni, a segno. ReutersGENOA, 29 ottobre 2005 - L'Inter si salva a Marassi e scongiura la crisi. I nerazzurri rimontano due volte una Sampdoria brillante, e portano a casa un punto prezioso in un momento difficile. Ma la squadra che Mancini sogna è molto diversa da quella che si è esibita, si fa per dire, questo pomeriggio a Marassi. Diana illude i doriani, belli, ma spreconi, la garanzia Cambiasso e Cordoba, che si fa perdonare qualche amnesia difensiva con lo stacco del 2-2, limitano i danni in casa nerazzurra.
Mancini vede i suoi piani tattici scombinati dalla febbre che colpisce in extremis Cristiano Zanetti. Il mediano è costretto a dare forfeit, in campo Pizarro, non al meglio. Un regista classico per un incontrista, l'Inter cambia volto. Sulla fascia sinistra difensiva Favalli è preferito a Wome. Novellino dà un'impronta offensiva alla sua Samp: Gasbarroni diventa titolare della fascia sinistra di centrocampo, Tonetto in panchina. Per un posto al centro della difesa Sala vince il ballottaggio con Falcone.
La Sampdoria parte sùbito forte, trovando il gol già al 6' grazie ad una conclusione di testa di Diana su preciso cross da sinistra di Pisano. E' la scossa alla partita, le occasioni fioccano su ogni rovesciamento di fronte. Vanno vicini al bersaglio da una parte Solari ed Adriano, dall'altra Gasbarroni, Bonazzoli (bravo Julio Cesar) e Palombo. La Samp gioca meglio, è brillante, briosa, ispirata con Gasbarroni, incontenibile sulla fascia destra, e strapotente con Bonazzoli, che mette in difficoltà Samuel con la sua stazza. L'Inter rumina gioco. Pizarro è sottotono, sulle fasce Figo e Solari sono impalpabili. Però i solisti nerazzurri possono fare la differenza in ogni momento. Martins sovrasta di forza (i doriani chiederanno inutilmente il fallo) Castellini e serve di testa Cambiasso, la solita certezza, che di sinistro infila Antonioli. La Samp non ci sta. Si butta in avanti rabbiosa, come un animale ferito. E' ancora Diana, e di nuovo di testa, stavolta su centro dalla destra di Zenoni, a trovare il gol. La zuccata incrociata dell'esterno blucerchiato vale il 2-1. L'Inter sembra accusare il colpo, il gioco latita, il carattere no. E con quello i nerazzurri ristabiliscono ancora la parità. Mihajlovic si esibisce nel suo pezzo forte: la punizione tagliata in mezzo, Cordoba va in cielo sovrastando Bonazzoli, palla in rete. Il primo tempo si conclude sul 2-2, un risultato che penalizza un'ottima Sampdoria, ma premia la voglia di non mollare dell'Inter.
Inizio di ripresa più equilibrato. Il merito è dell'Inter, che cresce sfruttando la tenacia di Cambiasso (l'argentino costringe alla prodezza Antonioli, sfiorando la doppietta), e le variazioni di ritmo in avanti di Martins. Adriano? Sottotono, lontano parente di quello che contro la Roma ha rivitalizzato un'Inter abulica. I tecnici si giocano tutte le carte a propria disposizione: Novellino inserisce Tonetto per un ottimo Gasbarroni, Mancini (dalla tribuna, ha fatto ritorno nel "suo" Marassi da squalificato) manda dentro Wome per uno spento Solari. La Samp però sembra aver finito la benzina, la spia rossa della riserva è dapprima intermittente, poi diventa fissa con il passare dei minuti. L'Inter ora ci crede, Martins in contropiede si beve Sala ma, a tu per tu con Antonioli, si fa deviare in angolo la conclusione quasi a botta sicura. "Gol sbagliato, gol subìto" recita un vecchio, ma sempre valido adagio del calcio: la Samp lo sfiora soltanto con Bonazzoli, che di testa spedisce sulla traversa un prezioso cross del nuovo entrato Zauli. Finisce in parità. La Sampdoria conferma di stare bene, ma non di non saper capitalizzare il momento di forma concedendo troppo in fase difensiva, l'Inter ribadisce di essere ancora alla ricerca di se stessa, ma di avere almeno cuore e carattere. Oggi è bastato per evitare la sconfitta, per vincere qualcosa servirà molto di più.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 08:32
Un super Milan ferma la Juve
I rossoneri, senza Shevchenko, si impongono 3-1 contro i bianconeri, al primo k.o. dopo 9 successi di fila. Nel primo tempo a segno Seedorf, Kakà e Pirlo. Nella ripresa accorcia Trezeguet
L'esultanza rossonera per l'ottava vittoria. ApMILANO, 29 ottobre 2005 - Per battere la Juventus ci vuole la partita perfetta. Il 3-1 finale del Milan la disegna senza fare una grinza. Perfetta come una tempesta. Anche senza Shevchenko. Ad Ancelotti manca molto, ma recupera i suoi navigati marinai in difesa; quelli che alla bisogna sanno manovrare la vela, spingere di prua e tagliare l'onda in due. Ritrova Nesta e Stam; si riappropria di un gigantesco Maldini. Nesta ha il tutore. E Nesta è anche il tutor di Ibrahimovic. Lo insegue ovunque. Non gli dà tregua. Ancelotti sa che tutto si gioca fra la difesa e il centrocampo, dove la Juventus ha pilastri di cemento leggeri come giunchi, che imprimono repentini cambi di rotta a ogni partita. La linea di confine dove si decide il destino della sfida.
Partita muscolare, ma di alta scuola, che il Milan monopolizza con il furore senza mai uscire di senno. L'ordine è assoluto, imbrigliare Nedved, chiudere Vieira ed Emerson, colpire nell'occhio del ciclone; vale a dire lasciare Ibra e Trezeguet senza rifornimenti. Ancelotti si gusta lo spettacolo da posizione invidiabile. Poi anche Capello si accorge che il Milan sta giocando proprio come la sua Juve: imponente sulla linea centrale, impeccabile davanti a Dida, frenetica in attacco. Ci fosse però Buffon. Preferito Chimenti ad Abbiati, e verrebbe da dire, col senno di poi, che la strada è spianata. Gilardino che tocca perfetto per Seedorf, pronto a impallinare il portiere juventino imbarazzato e beffato dalla leggera deviazione di Thuram.
Ma con la Juve mai dire è fatta. Ecco la difesa bianconera che si impappina davanti al tocco di Pirlo, riecco Chimenti perforato da Kakà che raccoglie nel marasma e raddoppia. Juve sorpresa, con la bocca aperta, mentre il Milan non si distrae un attimo. In mezzo come sulla fasce. Soprattutto a sinistra. Capello non ci pensa molto: fuori Pessotto, dentro Chiellini. Mentre i rossoneri dilagano da tutte le parti. Anche su una punizione calciata da Pirlo da distanza siderale: gol; 3-0. Senza storia. E qui il pensiero divaga. Torna indietro nel tempo: 25 maggio, Istanbul, primo tempo straordinario. Poi... Con la Juve mai dire è fatta. Stesso impeto, stessi volti quando scatta la ripresa.
Ma quando il Milan tenta nuovamente il tiro al bersaglio sul disperato Chimenti, Capello cerca di dare un significato alla partita con la mossa Mutu per Camoranesi, chiedendo al romeno una fluidità maggiore, garantita solo da Emerson, evidentemente stizzito dal risultato pesante. Ad Ancelotti che inserisce Vieri e toglie Inzaghi, Capello replica con Del Piero al posto Di Nedved, altro "desaparecido" della sfida; in un contesto che si è fatto tra l'altro rognoso, incattivito da eccessi di nervosismo, a tratti gestito con senso britannico da Bertini che spesso lascia correre. E all'insegna del "con la Juve mai dire mai", quando Vieira fa la cosa giusta, Trezeguet, servito magnificamente, accorcia. Un piccolo segnale che Ancelotti metabolizza inserendo due difensori, Cafu e Kaladze, per Gilardino e Seedorf. Utili alla causa per resistere all'impennata senza sbocco della Juve. Sigillata fino allo stremo da Dida. Meno due. Ancelotti alla fine può annotare sul diario di bordo: la corazzata è stata colpita. E affondata.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:08
Siena, Chiesa dei miracoli
I toscani vincono a Treviso grazie all'ottava rete dell'attaccante, che realizza il 135° gol in serie A, diventando il miglior cannoniere in attività. Il Treviso, deludente, colpisce un palo con Fava
Enrico Chiesa, 34 anni, già otto reti. ApTREVISO, 30 ottobre 2005 - Il Siena si mette subito alle spalle la sconfitta nel derby infrasettimanale con la Fiorentina. Lo fa battendo il Treviso con autorità: quando la difesa non si concede distrazioni la squadra bianconera diventa un avversario pericoloso per chiunque. Il Siena vince nel segno di Chiesa, che realizza la rete numero 135 in serie A, superando Montella e diventando il miglior cannoniere in attività. Le reti dell'attaccante genovese sono già otto, in classifica cannonieri dietro lo scatenato Toni c'è questo eterno ragazzino di quasi 35 anni la cui panchina con la Fiorentina mercoledì è costata cara alla squadra di De Canio.
Le formazioni. Nel Treviso Dellafiore vince il ballottaggio con Valdez in difesa per sostituire l'infortunato Viali, nel Siena, sempre nel reparto arretrato, Colonnese, poi costretto ad uscire per la distorsione al ginocchio destro durante il primo tempo, è preferito a sorpresa a Negro.
Il Siena parte bene, spingendo sulle fasce con Alberto e Falsini e confidando nelle invenzioni di Locatelli, libero di svariare su tutto il fronte d'attacco dietro Bogdani e Chiesa. E' proprio l'ex Bologna a creare il primo pericolo con un esterno sinistro che finisce fuori di un niente. La gara non è un granchè. il ritmo è basso, il Siena dà l'impressione di essere superiore, ma talvolta è troppo lezioso: parecchi giocatori vogliono la palla sui piedi senza cercare la profondità. Il Treviso non riesce a rifornire Beghetto e Fava, i gemelli Filippini garantiscono dinamismo, ma le uniche idee arrivano dal veterano Gallo, playmaker sempre affidabile. Le emozioni si concentrano nel finale di tempo. Prima Vergassola vola di testa inzuccando incrociato il cross da destra di Alberto, palla fuori di niente. Il Treviso finalmente mette la testa fuori dal guscio con Fava che salta secco Tudor al limite dell'area e colpisce il palo alla sinistra del sempre attento Mirante. Nel recupero, a 10 secondi dalla fine, arriva il gol del Siena. Vergassola, nella doppia veste di barriera di frangiflutti e incursore, prova il destro su sponda di Locatelli, Zancopè, l'ex di turno, respinge e Chiesa, e chi se no, ribadisce in rete. Il Siena chiude il primo tempo in vantaggio, meritato per essere stato più propositivo rispetto ad un Treviso troppo rinunciatario.
Si ricomincia senza cambi. Il Siena parte di nuovo alla grande, vuole chiudere la gara. Bogdani, generoso, ma poco brillante, manca il tap in su invitante palla dentro di Alberto. La gara si riequilibra con il passare dei minuti, anche perchè il Treviso sposta in avanti il baricentro inserendo una terza punta, il brasiliano Reginaldo. E' proprio lui a servire un assist delizioso per Beghetto, ma il centravanti si fa ipnotizzare da Mirante, che respinge di piede. Il Siena in contropiede è velenosissimo, Chiesa è una fionda che lancia a ripetizione Bogdani, tanto mobile quanto pasticcione quando bisogna metterla dentro. Il Siena è quindi costretto a soffire fino alla fine, ma per la prima volta in questo campionato riesce a non subire gol (contro il peggior attacco della serie A) e stavolta gli basta per portare a casa tre punti importanti contro una diretta concorrente per la salvezza, obiettivo minimo per la Robur. Il Treviso, dopo la boccata d'ossigeno di Reggio Calabria, ripiomba in crisi con questo passo falso interno, più per la prestazione davvero modesta (quel Pinga malinconicamente in panchina per 90' resta un mistero) che per la sconfitta. Ora Rossi rischia la panchina.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:09
Panucci-Mexes, e la Roma risale
Panucci porta in vantaggio i giallorossi, Domizzi su punizione firma il pari, poi Mexes segna il 2-1 a tempo scaduto. Gara intensa e ricca di emozioni. Espulso Chivu
L'esultanza di Mexes, 23 anni. ReutersROMA, 30 ottobre 2005 - La Roma si impone 2-1, dopo una gara rocambolesca e ricca di emozioni, ben giocata da entrambe le contendenti. I padroni di casa vanno in vantaggio con Panucci al 39' del primo tempo, quindi subiscono la rimonta di Domizzi al 38' della ripresa. In 10 per l'espulsione di Chivu (36' s.t.), i giallorossi caparbiamente si riversano in avanti agguantando la vittoria al 46', grazie a una rete di Mexes, entrato da pochi minuti.
Manca Totti per squalifica, Cassano resta a casa a prescindere, in campo ci va Dacourt, che rispetto ai due fantasisti ci mette più muscoli e meno numeri, ma con De Rossi e Perrotta crea un argine quasi impenetrabile. E così la Roma belloccia vista nel derby e sbocciata a San Siro con la vittoria sull'Inter, prosegue con l'Ascoli la sua ascesa, e non solo in classifica. Il piede è veloce, la mente è lucida, con l'Ascoli che è avversario tosto e agguerrito. Ne nasce un confronto intenso, aperto, ricco di agonismo e capovolgimenti di fronte, giocato su ritmi elevati e senza soste. Una bella gara, insomma, in cui la Roma mette più iniziativa e più gioco manovrato, ma i marchigiani insistono con ripartenze veloci e aggressive che non consentono distrazioni.
A sbloccare la gara ci pensa Panucci, fresco di rinnovo (ha firmato fino al 2009), che al 39' del primo tempo sfrutta di testa un cross di Chivu e manda alle spalle di Coppola. Resta questo il fulcro dei primi 45', con anche una traversa colpita dallo stesso Taddei direttamente su calcio d'angolo (all'11') e un sospetto tocco di mano di Kuffour in area, per ostacolare Quagliarella (ammonito nell'occasione), al 26'. Nel recupero Montella va in gol, ma Rizzoli segnala che il pallone messo in mezzo dal solito Taddei ha già oltrepassato la linea di fondo.
Nella ripresa Giampaolo gioca la carta Bjelanovic (al posto di Ferrante), e poi Guana deve sostituire Cristiano infortunato: cambiano i protagonisti, non la sostanza della gara, che prosegue secondo il copione inaugurato nel primo tempo. La Roma cerca caparbiamente il raddoppio, l'Ascoli non cede metri e non rinuncia a pungere. Con Mancini che colpisce un palo all'11' e Domizzi che su azione di calcio d'angolo centra l'esterno di un palo a Doni battuto. Insomma, è una girandola continua di emozioni e occasioni da rete. Si rivede in campo anche Tommasi, dopo il lunghissimo infortunio, salutato da un'ovazione. Finchè arriva il gran finale: al 36' Chivu viene espulso per una gomitata a Bjelanovic, e sulla conseguente punizione Domizzi, di sinistro, mette alle spalle di Doni. E' l'1-1, sembra finita. E invece no: al minuto 46' Mexes raccoglie di testa un assist di Kuffour e la Roma fa di nuovo il pieno.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:10
Sempre Lucarelli, il Livorno va
Il bomber amaranto segna un gran gol, poi Morrone raddoppia e chiude i conti: continua il momento nero del Parma
Cristiano Lucarelli, 30 anni, 5° gol in stagione. AnsaLIVORNO, 30 ottobre 2005 - La differenza si chiama Lucarelli. Il Livorno si aggrappa al suo numero 99, che ha un merito fondamentale: quello di valorizzare a suon di gol il gran lavoro dei compagni. Dopo 10 giornate, i toscani sono quinti in classifica a quota 18 punti. Uno in meno dell’Inter, costruita per puntare a ben altri traguardi. Se Livorno può legittimamente credere in un’altra stagione da ricordare, lo deve ai 5 gol in campionato realizzati dal suo cannoniere principe: i partner d’attacco cambiano (Palladino nelle prime partite, poi Bakayoko, oggi Lazetic), ma lui non tradisce mai. Il gol che ha sbloccato la sfida col Parma, al 16’ del primo tempo, è un capolavoro. Sul cross di Balleri, la torsione di Lucarelli per il colpo di testa vincente è da manuale del perfetto attaccante.
Sempre di testa è arrivato poi il raddoppio di Morrone, giusto premio per un centrocampista dal dinamismo inesauribile. Entrambe le reti amaranto, però, hanno messo a nudo tutti i limiti della difesa ospite. D’accordo, il forfait in extremis di Couto e le assenze di Cannavaro, Coly, Ferronetti e Bonera sono un argomento valido. Concedere due cross e altrettanti stacchi aerei agli avversari senza contrastarli, però, è un suicidio calcistico. Il giovane Rossi e Contini si sono ripresi nella restante ora di partita, ma a giochi ormai fatti. Il Livorno non ha neppure avuto bisogno di ricorrere ai suoi proverbiali secondi tempi, che tante volte hanno raddrizzato gare difficili.
A Donadoni va riconosciuta la capacità di dare solidità alla sua squadra. I toscani sono sempre compatti, lottano, sfruttano alla perfezione la corsa di Balleri e Cesar Prates sulle fasce. E dimostrano anche di saper gestire con intelligenza le situazioni di vantaggio. Il Parma, invece, è in piena crisi e le vicissitudini societarie non possono essere un alibi. L’Armando Picchi è rimasto tabù per gli emiliani, che non l’hanno mai espugnato nei 9 precedenti ufficiali. Non poteva essere altrimenti, perché i giocatori sembrano un po’ bloccati e l’attacco non punge, nonostante l’impegno di Corradi, la classe di Morfeo e gli spunti di un discreto Delvecchio. Le buone azioni costruite a centrocampo sfumano regolarmente in zona gol, a differenza di quanto avviene per gli avversari. E la differenza si chiama Lucarelli.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:11
D'Agostino affonda il Lecce
Il centrocampista del Messina entra al 20' della ripresa e nel finale, con due tiri da fuori area, firma il 2-0 con cui i siciliani fanno bottino pieno in Puglia. Lecce a secco da 381 minuti
D'Agostino, 23 anni, dopo il primo gol. SerinoLECCE, 30 ottobre 2005 - Il Messina vince 2-0 a Lecce e coglie il primo successo stagionale in trasferta. Per i siciliani, a lungo in difficoltà, il match winner è stato il 23enne Gaetano D'Agostino che, entrato al 20' della ripresa, ha segnato una doppietta (35' e 38') con due tiri da fuori area, e ha messo il suo sigillo proprio nel momento in cui i pugliesi stavano compiendo il massimo sforzo per sbloccare il risultato.
Partita tra due squadre di fondo classifica e per gran parte del match, nonostante il grande agonismo e la generosità di entrambe le formazioni, si sono visti errori in serie ed emozioni frutto soprattutto di mancanze difensive piuttosto che di invenzioni degli attacchi. Nel primo tempo al 5' Sicignano non controlla un tiro fa fuori di Donati e poi ostacola in maniera sospetta Di Napoli che era pronto a ribattere in gol. Sul ribaltamento di fronte Del Vecchio prova la girata al volo su angolo dalla destra, Aronica lo strattona e l'attaccante pugliese perde la coordinazione.
Il primo tempo è quasi tutto qui: padroni di casa molto più intraprendenti ma spesso imprecisi, ospiti pericolosi su azioni di rimessa. Nella ripresa i siciliani riescono maggiormente a imporre il proprio gioco anche se difficilmente creano azioni da gol. Mutti al 20' manda in campo D'Agostino al posto del generoso Di Napoli, che esce stizzito col tecnico. Il Lecce, con il neoentrato Konan in evidenza, sale di intensità e scatena un vero e proprio forcing.
Al 35', nel momento di maggior sofferenza del Messina, ecco il colpo di scena: contropiede capolavoro di D'Agostino che s'invola, salta l'ultimo uomo e mette da fuori area nel sette. Il Lecce reagisce subito con Cozzolino, forse il migliore dei suoi, che da tre metri fa sedere Storari, trova l'angolino giusto ma non inquadra la porta. Dal possibile pareggio al quasi immediato raddoppio del Messina: altro contropiede vincente di D'Agostino che libero prova il destro da 25 metri e mette nell'angolino. Il Messina risale al quintultimo posto e il Lecce, a secco da 381 minuti, resta ultimo ed esce dal campo tra i fischi dei tifosi.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:12
Fiorentina terza potenza
I Viola battono faticosamente un ottimo Cagliari 2-1 in rimonta. I sardi passano con Suazo, ma vengono raggiunti da Toni e superati da Jorgensen. Espulsi Conti e Canini
L'esultanza dopo il gol vittoria di Jorgensen.FIRENZE, 30 ottobre 2005 - Qualcuno potrebbe offendersi, ma i tre punti contro il Cagliari la Fiorentina li guadagna faticando oltre misura, forse demeritando. Ma con l'opportunismo di chi sa di poter diventare grande. Da applaudire i sardi, interpreti di una gara con poche sbavature; in vantaggio con Suazo, ma raggiunti nella ripresa da Toni e superati da Jorgensen servito dal capcannoniere del campionato.
Ma che ci fa il Cagliari nei bassifondi della classifica? La domanda sorge spontanea al termine del primo tempo. Con un 4-3-1-2 pronto a compattarsi quando la Fiorentina va di rimessa, tiene campo e imbriglia i viola chiudendo la prima frazione in vantaggio per 1-0. La squadra di Prandelli si presenta con Bojinov al posto di Pazzini; scelta che non regala vantaggi concreti, soprattutto perché poco supportato da un centrocampo in evidente impasse. Il Cagliari sfrutta le sue migliori doti in ripartenza, potendo contare su due cavalli di razza com Suazo ed Esposito, in giornata di grazia.
Ottimo il lavoro della difesa. Canini non concede nulla a Bojinov, i due centrali Capone e Conti, veloci e limpidi, sono gli artefici di un pressing che manda in crisi il reparto difensivo viola. Di Loreto e Dainelli sbuffano e mettono in mostra il loro limite maggiore quando si fanno gabbare dal guizzo di Suazo che con passo di pantera li supera elegantemente per poi infilare Frey in uscita. Un vantaggio ineccepibile che il Cagliari gestisce senza mai perdere la concentrazione, impedendo soprattutto sulle fasce le finalizzazioni di Pancaro e Jorgensen e chiudendo gli spazi a Fiore.
Così nella ripresa Prandelli è costretto a correggere. In difesa, dove Pasqual rileva Pancaro, e in attacco, con Pazzini per Bojinov. Energia fresca che vivacizza l'azione viola, comunque troppo compassata e imprecisa per preoccupare i sardi. Che soccombono però, solo davanti alla classe: lo strepitoso assist centrale di Fiore, il tocco chirurgico di punta al volo di Toni che batte Campagnolo.
Ma è solo uno squillo. Dopo una decina di minuti all'arrembaggio il Cagliari ricucire gli strappi e torna a controllare la gara, sfruttando la stanchezza e l'imprecisione dei viola. I sardi ci riprovano ancora con Suazo e sorprende tutti Ballardini quando decide di togliere l'honduregno per Langella. Forse un problema muscolare. Dopo l'uscita di Donadel per Pazienza, Esposito potrebbe andare in gol, ma stremato subisce il ritorno di Jorgensen obbligandolo a tirare a lato con la porta spalancata. Danese eroe del giorno, perché dopo avere salvato la patria dal ko, raccoglie l'assist di Toni dalla destra per infilare il 2-1. Talvolta il calcio è impietoso: viola immeritatamente in vantaggio contro i sardi che si ritrovano in dieci negli ultimi minuti per l'espulsione di Conti, cacciato per frasi irriguardose rivolte a Gabriele. L'epilogo di una gara intermittente. Con il Cagliari ridotto in nove dopo il secondo giallo a Canini. E la Fiorentina terza forza della serie A.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:13
La Reggina benedice un autogol
Una sfortunata deviazione di Zauri decide un match abbastanza equilibrato con la Lazio, nel quale però i calabresi hanno spinto con maggiore decisione, creando le occasioni migliori
Un duello tra Cozza e Pandev. OmegaREGGIO CALABRIA, 30 ottobre 2005 - Per battere Ballotta ci vuole un compagno. Spremi al massimo Reggina-Lazio e il succo della gara sta tutto nel gol che ha deciso la partita: è il minuto 32 della ripresa quando Modesto mette in mezzo all’area l’ennesimo cross, Missiroli lo corregge per Amoruso che ha il tempo per controllare e calciare una sorta di penalty in movimento. Il portiere della Lazio respinge, ma il pallone carambola sul corpo di Zauri finendo in rete.
Chiariamo una cosa: la vittoria della Reggina ci sta tutta, al di là del gol fortunoso. I calabresi, infatti, hanno cercato il successo per tutta la gara, magari non in modo lucidissimo e senza mettere in grave difficoltà gli avversari, ma creando almeno due occasioni clamorose sventate da un superbo Ballotta. In compenso non hanno mai smesso di provarci, a differenza della Lazio che ha preferito restare sulle sue per poi cercare l’acuto giusto in contropiede. Il risultato finale rilancia il borsino amaranto in chiave salvezza dopo la caduta interna di quattro giorni fa col Treviso, mentre dal Granillo escono ridimensionate le ambizioni della Lazio sconfitta dopo tre risultati utili.
L’aspetto tattico si è snodato come da previsioni: Mazzarri può disporre di Paredes e De Rosa (fuori Rigoni e Lanzaro), Cannarsa è preferito a Franceschini, Amoruso a Cavalli. Il modulo è un 3-4-2-1 elastico, con Mesto sulla destra a proporsi in fase offensiva ma anche a contrastare Cesar. Delio Rossi, invece, riesce a recuperare in extremis Liverani ma la partita del centrocampista dura solo un tempo, prima di lasciare spazio all’ex Baronio. Fin dai primi minuti il leit motiv è apparso chiaro: calabresi in avanti e ospiti ad agire di rimessa. Poche però le emozioni: ci provano Cozza e Paredes ma Ballotta disimpegna senza patemi, la Lazio si affaccia dalle parti di Pavarini con Rocchi e Pandev.
Nella ripresa entra Tare, ma le emozioni sono tutte nell’altra area. La Reggina spinge e trova giovamento dall’inserimento di Missiroli al posto di Vigiani. Proprio il neo entrato arriva vicinissimo al gol al 21’ e nella stessa azione ci prova anche Mesto ma entrambi (42 anni in due) trovano davanti uno muro strepitoso di nome Ballotta (41 anni e sei mesi). Dopo un brivido in area calabrese, con Rocchi incapace di approfittarne, anche il portiere laziale si deve arrendere all’autogol decisivo di Zauri. Nel convulso finale la Lazio non ha la forza per reagire: la Reggina così incamera la terza, preziosa, vittoria del campionato, per la Lazio invece è il terzo stop.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:13
Chievo-Empoli pari e applausi
Due botta e risposta, nel primo tempo e nella ripresa, fra Chievo ed Empoli: avanti con Semioli, i gialloblù si fanno riprendere da Riganò e devono poi inseguire una prodezza di Tavano. Di Pellissier il 2-2.
Riganò, 31 anni, alla prima rete stagiionale. ApVERONA - 30 ottobre 2005 - Un avvio spumeggiante, con 2 reti in 5 minuti, poi le fiammate di un inizio di partita mozzafiato, lasciano spazio a nuove scintille solo nella ripresa, con un altro botta e risposta, ma a parti invertite. Chievo ed Empoli si spartiscono applausi e gol regalando un 2-2 piacevole e di discreta qualità. In vantaggio dopo 4' il Chievo avrebbe la posssibilità di gestire partita e risultato, ma subisce il pari di Riganò dopo soli 4' minuti, e nella ripresa si trova addirittura a dover inseguire e rimediare a una prodezza di Tavano, Il pari di Pellissier suggella un 2-2 bello e giusto, frutto di un gioco aperto. Il gioco del Chievo, con due centrali di centrocampo, Giunti e Zanchetta, registi dai piedi buoni per far girare la squdra, si fronteggia con l'albero di natale di Somma, i cui tre uomini in mediana mettono spesso in difficoltà i fabbricatori di gioco avversari. Per più di un'ora l'equilibrio prevale; solo nel finale emerge la freschezza maggiore del Chievo, con l'Empoli però sempre in controllo della situazione.
I gol di avvio: al 4' Berti rinvia in modo impreciso, la palla arriva sui piedi di Pellissier che alza gli occhi e vede l'inserimento di Semioli, favorito dalla posizione avanzata del suo controllorre diretto, Bonetto. Il laterale gialloblù entra in area e può battere in uscita con un diagonale a mezz'altezza il portiere Berti. La replica si fa attendere solo 4 minuti, il tempo per Riganò di scambiare ai limiti dell'area con Serafini e, approfittando di una chiusura non impeccabile dei centrali clivensi, battere da posizione centrale in area. Incolpevole il portiere Fontana, trafitto da pochi metri, meno Mandelli che si è lasciato sfuggire l'ex punta della Fiorentina. Nel resto della frazione da registrare un tracciante di Giunti da 25 metri, cui Berti si oppone da campione e l'infortunio di Lucchini, che esce per infortunio: evento non grave di per sé, quanto per la sostutuzione che comporta, con l'ingresso di Almiron che dà subito ordine alla sua squadra.
Nella ripresa, il canovaccio dei primi minuti ricalca quello della fine del primo tempo, con il Chievo che prova ad aprire il gioco per cercare di allargare le maglie dell'Empoli. La svolta può arrivare con la giocata del fuoriclasse, e chi ne dispone è l'Empoli che ha Tavano. L'attaccante campano, addomestica un pallone che sembrava perso in prossimità dello spigolo di destra dell'area di rigore, si accentra, e lascia partire una conclusione delle sue, già viste di recente contro Roma e Treviso, che si infila nell'angolo in basso a destra di Fontana. Alpplausi all'attaccante empolese, ma tirata d'orecchie per portiere, partito in ritardo, e per la coppia Moro-Mandelli, irretiti dalle finte di Tavano. L'Empoli è galvanizzato ma il Chievo è bravo a trovare il pari in poco tempo: la respinta di Berti su tiro di Zanchetta diventa un assist per Pellissier che schiaccia per terra la conclusione che diventa un perfetto tape-in, per effetto e modalità di realizzazione.
Nel finale, l'Empoli pare accusare la stanchezza un po' più del Chievo, cui non bastano l'inserimento e gli spunti di Obinna e un paio di conclusioni di Amauri per centrare il successo. L'Empoli lascia il Bentegodi con un punto utile e una certezza: per impostazione e qualità di alcuni elementi la posizione di centro classifica potrà essere conservata a lungo. Stesso dicasi per il Chievo, il cui gioco piacevole resta una certezza del nostrro campionato.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:20
Chievo - Empoli 2-2
Fiorentina - Cagliari 2-1
Lecce - Messina 0-2
Livorno - Parma 2-0
Milan - Juventus 3-1
Reggina - Lazio 1-0
Roma - Ascoli 2-1
Sampdoria - Inter 2-2
Treviso - Siena 0-1
Udinese - Palermo n.d.
parrino76
00domenica 30 ottobre 2005 18:21
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CLASSIFICASQUADRA P G V N P RF RS MI
Juventus 27 10 9 0 1 19 5 7
Milan 25 10 8 1 1 21 8 5
Fiorentina 22 10 7 1 2 22 12 2
Inter 19 10 6 1 3 20 10 -1
Livorno 18 10 5 3 2 11 10 -2
Chievo 16 10 4 4 2 14 11 -4
Roma 15 10 4 3 3 15 10 -5
Palermo 15 9 4 3 2 17 14 -4
Lazio 15 10 4 3 3 13 13 -5
Sampdoria 14 10 4 2 4 19 17 -6
Siena 14 10 4 2 4 18 19 -6
Empoli 14 10 4 2 4 12 15 -6
Udinese 13 9 4 1 4 11 11 -4
Ascoli 11 10 2 5 3 11 12 -9
Reggina 9 10 3 0 7 10 15 -13
Messina 8 10 1 5 4 10 15 -10
Parma 6 10 1 3 6 8 19 -14
Treviso 5 10 1 2 7 5 16 -15
Cagliari 4 10 0 4 6 7 17 -16
Lecce 4 10 1 1 8 5 19 -16
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