Giochiamo col mondo.

EvenMorePain
00sabato 8 ottobre 2016 02:20
<U>Premetto che questa richiesta di cambio razza non è come le altre già presentate, in quanto, fondamentalmente, non si tratta di un genitore demone e quindi col gene già presente nel sangue del personaggio ma, altresì, una richiesta per un mutamento postumo, dovuto ad uno "scherzo del destino" anzichè alla natura stessa del soggetto.</U>

La storia:
Parte prima, l'elfa della notte.

Kinky nacque a Dorchuam 41 anni fa, suo padre un elfo della notte amante degli oggetti particolari e magici, sua madre un'elfa dei boschi, cresciuta con la fede in Morwell, creatrice del Saorad, salvatrice del suo popolo e protettrice della natura e dell'equilibrio. 
Dopo un naufragio fortunato appena fuori dalle coste di Varnaa causa dell'attacco da parte di un gruppo di sauri all'imbarcazione sulla quale viaggiava per raggiungere Ultima, si unì alle Prescelte di Morwell, guidata dalla propria fede, iniziando a percorrere la via della magia come sacerdotessa. 
Trascorrono i mesi a Varna, dove lentamente l'elfa impara ad utilizzare al meglio ed a controllare la magia, scoprendola una grande alleata, approfondendo anche le proprie conoscenze, sia a livello interpersonale, sia a livello generale.
Si avvicina sentimentalmente all'allora Voce di Morwell, Cibele, al punto da rimanere incantata dalla natura della stessa, natura che trovava più affine alla propria mente malata (era psicopatica) rispetto all'essere un'elfa.
Stringe una sorta di amicizia con la consorella Urona, così come con Agave, Babsie e Raisha, le uniche che considerava utili a qualche cosa, al contrario delle altre, ritenute inette e superflue alla causa.
Viaggia, assieme alle consorelle, in diversi luoghi delle quattro terre, visitando città e conoscendo persone, fino all'ultimo viaggio compiuto assieme alle altre sotto le spoglie di elfa: le Paludi dell'Oblio.
E' infatti lì che, in una notte temporalesca, si allontana dal campo seguendo una traccia magica giungendo nei pressi di una fossa ove, diversi accoliti, stavano dando sfogo alla magia durante un riturale nero e Kinky, guidata più dalla frenesia che dalla ragione, interrompe il tutto, finendo però con il destabilizzare il flusso dell'energia, la quale, esplodendo, uccide tutti, lei compresa.
Risvegliatasi in un mondo bianco, come di gesso, si ritrova a parlare con Morwell, senza sapere chi essa sia, giungendo così ad avere una seconda possibilità di proteggere l'equilibrio e, con essa, una nuova fiamma di vita che la riporta in vita come elementale del fuoco.

Parte seconda: l'elementale.

Si risveglia alle Cascate di Cristallo, in compagnia di Cibele, ora più simile a quest'ultima che mai, confusa e incapace di controllare il proprio corpo, o meglio la propria essenza. Passano diversi giorni prima che la neonata elementale riesce a gestire la propria energia e, quindi, fanno ritorno alle Paludi dell'Oblio, così da concludere la missione per la quale vi si erano reacati assieme ad i Druidi.
Tornati a Varna continua la sperimentazione e la presa di coscienza da parte della fu elfa rispetto ai propri poteri ed alle proprie capacità, cercando di fare combaciare e convivere il suo passato ed il suo presente, nascondendo la cosa alle sue amicizie per quanto possibile, più per il non volere rispondere a domande che per altro.
Una notte, durante un temporale, si imbatte, assieme a Cibele, in un elementale del fuoco morente, una visione che porta Mayhev, la fu elfa, a domandarsi per quale motivo Morwell, la madre del suo genere, non faccia nulla per aiutarlo, cosa che la spinge, più in la, al convincersi di essere unicamente delle pedine sacrificabili, per la Dea dell'Equilibrio, piuttosto che dei figli.
Si allontana dall'ordine delle Prescelte, lasciando dietro di se il suo breve passato da accolita, rifuggendo al proprio compito per la quale la Dea le aveva donato una seconda possibilità e, pertanto, la stessa Madre gliela toglie, facendola tornare mortale, seppure impura (infatti non è più elfa, ma mezz'elfa), priva di memoria circa i trascorsi da Prescelta e maledetta.

Parte terza: la mezz'elfa.

Si risveglia a Sylan, presso il Nosocomio, privata di buona parte dei ricordi, e li inizia il periodo di recupero dopo il coma indotto dall'ira della Dea, conoscendo nuove persone e, una volta ristabilitasi, riparte, girovagando per qualche tempo prima di fermarsi a Conca del Tuono, dopo avere incrociato Oatlgar lungo le rive del fiume Triskell e, in città, conosce altri due umani, Midzar e Trakos, arruolandoli nella ciurma che lei ed il fu sauro stanno mettendo in piedi, prima di ripartire verso nuove avventure e lontani orizzonti.

Parte quarta: non sei sola, piccola Kora.

Mesi sono trascorsi dalla rinascita, settimane dal patto con Oatlgar e con il resto della ciurma e, dopo i vari preparativi del caso, la combriccola si è messa finalmente a veleggiare in lungo ed in larfo per i mari di Aengard.
Una notte come molte altre, il vento di scirocco sospinge il brigantino gonfiandone le vele, permettendo così alla ciurma, dormiente negli alloggi del castello di prora, di essere guidata attraverso lo stretto di Alesund dal capitano la quale, sola al timone, mantiene la rotta a vista, orientandosi con le stelle, come d'abitudine per lei.
Il fatto di sapere pilotare il legno senza difficoltà di sorta e pertanto la sicurezza di non potere commettere errori naturalmente, nella giovane mezz'elfa dal carattere senza dubbio sopra alle righe, si traduce in un veleggiare da alticcia, la mancina poggiata ad un pomolo della ruota del timone, la destra a reggere una bottiglia quasi vuota di rum, la terza, a giudicare dagli altri "cadaveri" presenti lì vicino.
La bastarda, forse ispirata dal tempo, forse semplicemente sovreccitata dall'alcool in circolo, inizia a canticchiare allegramente, alzando di quando in quando il braccio col quale regge l'adorata bevanda [Sono passati tre anni esatti dal giorno
In cui in capitano pirata mi disse:
“Ehi, ragazzo, unisciti alla nostra ciurma!
L’avventura e la gloria ti aspettano!”
Presi le sue parole come oro colato,
Salpai verso mete sconosciute
Con una bottiglia di rum in mano,
Sognavo ricchezza e terre lontane...]
con tanto di falsetto nel parlato del "capitano", quando qualcosa urta la nave, o forse solamente lei, sempre che qualcosa effettivamente, abbia colpito qualcos'altro, giacchè, come detto precedentemente, la nostra buona lupa di mare è alquanto alticcia, e la bottiglia va a cascare nel momento in cui lei lascia la presa così da poter reggere la ruota del timone con entrambe le mani, onde evitare sbandamenti del legno o peggio.
[Ci mancava solamente di incagliarci, corpo di mille tuoni! Come diamine ho fatto, poi? Sono nel bel mezzo del mare!]
irritata, decisamente, guardandosi attorno, come una furia, cercando la sua amata bottiglia, scorgendola qualche passo alla propria destra, riversa al suolo ma integra, cosa che la porta ad inveire nuovamente [Per mille pesci cani, pure così lontana doveva finire quella stronz..] lasciando cadere la frase giacchè, da oltre il proprio fianco destro, ad altezza del torace, una mano femminile le porge la bottiglia e, la mezza, staccando la mancina dal pomolo che va reggendo, l'afferra senza pensarci troppo sopra, sollevandola appena in alto e ringraziando il gentile salvatore della situazione [Ohè, camerata, grazie, hai salvato da morte certa una povera assetata!] portandosi la bottiglia alle labbra e, dopo avere alzato il mento per favorire la discesa del caldo alcolico lungo il gargarozzo ed averne tratti un paio di lunghi sorsi, si ferma così, aprendo gli occhi e, spostando inizialmente solamente le iridi, quindi tutta la testa verso destra, borbotta un [Mh chh..?] togliendo la bottiglia di torno e domandando, ora più chiaramente [Ma che..? Chi..?] volatandosi, nuovamente, verso il timone, udendo una risatina, scorgendo così, di fronte a se, poggiata alla ruota del timone ma dall'altro lato, se stessa, identica, stessi lineamenti, stesso ghigno sardonico stampato sul volto dalla carnagione pallida, stessi capelli corvini.
Osserva la bottiglia, quindi se stessa, quindi la bottiglia e, dopo un sospiro, scaglia la rimanente bevanda fuori bordo, esclamando [Oh, perfetto, anche le allucinazioni, non pensavo di avere bevuto a tal punto, Khorr boia!] portando gli occhi al cielo e facendo cenno con la mancina alla se stessa oltre alla ruota di andarsene, senza alcun risultato, in quanto, quella, si limita ad aggirare l'ostacolo, posizionandosi accanto a Kora, portando ambedue le mani deietro alla schiena, tenendosi la mancina nella destra, diritta di postura e ghignante
[Dunque, dunque, dunque, dove andiamo di bello, cara Kora?] domanda palesemente ironica l'altra Kora, fissandola.
[Ohè, bastarda, che ci fai sulla mia nave?] domanda Kora, allargando le braccia, come a cercare di spingerla via o di ottenere un poco di distanza tra di loro.
[Non fare così, non sei affatto gentile verso te stessa, mia dolce, piccola bastarda.] risponde candidamente l'altra Kora, allungando una mano, andando a sfiorare quella della mezz'elfa.
[Me stessa? Cosa vuoi da me, maledetta? Ti faccio dare un giro di chiglia se non te ne vai, quanto è vero che mi chiamo Kora Delaney!] sbotta rabbiosamente la fu elementale.
[Perchè mai dovresti causarti sofferenza da sola, piccola mia? E non chiamarti Kora, non lo sei e non lo sei mai stata, o, forse, dovrei dire che lo sei diventata a causa mia?] domanda di nuovo la copia, portandosi la mano destra allo sterno, poco sopra al petto, assumendo un'espressione sorpresa, per poi fare sbucare la punta della lingua dall'angolo destro della bocca, una lingua nera, più lunga del normale, molto più lunga, giacchè arriva a metà guancia.
[C..c...co..cosa cazzo sei tu, per mille abissali?] urla la mezza, facendo un passo indietro, spalancando gli occhi alla vista della lingua, sbattendo un paio di volte le palpebre, come per cercare di scacciare quella visione ed, effettivamente, quella scompare.
[Non hai memorie di una te stessa diversa, piccola mia? Un'elfa della notte, capelli blu, figlia di Dorchuam..] le sussurra suadente all'orecchio sinistro la copia di se stessa, le guance dilaniate, oltre alle quali Kora può notare i denti, appuntiti e grandi come mignoli umani, cosa che la spinge a scartare di lato, cercando di posizionarsi nuovamente di fronte a quell'apparizione.
[Tu non sei me, chi o cosa sei, maledetta? Ti incenerisco!] urla, tremante dalla rabbia e dalla paura la bastarda, portando innanzi a se entrambe le mani, con espressione feroce, pronta a richiamare la magia.
[Calma, calma, non c'è bisogno di scaldarti ed appiccare un incendio a bordo, non trovi?] domanda la se stessa, avanzando verso Kora, tendendole la mancina verso il volto, come a volerla accarezzare, fermandosi a circa due passi da lei, quindi sfiorandole la guancia destra e continuando [Morwell, quella puttana, ti punì per la tua ribellione, piccola elfa, io ti salvai semplicemente dall'annientamento, facendoti rinascere a nuova vita, se così vogliamo dire.] ridacchiando e facendo guizzare la lingua verso il volto della fu elfa, continuando ad accarezzarne la guancia.
[Morwell..? Tu..?] domanda scompostamente Kora, quindi scrollando la testa e domandandogli, secca [Chi sei tu?] fissandolo, mentre porta la mano destra al coltellaccio tenuto al fianco opposto.
[Sono colui che, attarverso una breccia tra le dimensioni causate dalla rabbia di quella piccola stronza di una Dea, ha instillato in te una nuova esistenza, tutto perchè ti amo, figliola.] risponde la copia, sorridendole amabilmente, come un padre farebbe con la figlioletta.
[Mi stai prendendo per il culo, vero?] domanda retorica Kora, scostando la mano della copia col proprio avambraccio, fissandolo freddamente.
Scoppia a ridere, l'altra Kora, una risata che la porta a mutare, più e più volte, di aspetto, tratti animali si intrecciano a tratti umani, nanici, elfici, continuamente, fino a tornare, nuovamente, all'aspetto di Kora, rispondendogli con molta semplicità [Ovviamente sì, ci stavi per caso credendo? Mettiti comoda, o anche no, ti racconto la tua nascita, amore mio. Quando tu tradisti la fiducia della mammina Morwell, quella ti punì, non hai notato che gli animali non ti sopportano? Bene, quando lei, al culmine della rabbia, sprigionò una quantità di energia sufficiente ad aprire uno spiraglio, io guardai attraverso e, sai com'è, avevo pensato di divertirmi un poco con voialtri mortali, spero non ti dispiaccia il fatto che ho instillato in te un pò della mia genie demoniaca, corrompendo il tuo sangue elfico perchè, in tale caso, non me ne potrebbe fregare di meno, ovviamente, cara la mia impura.] scoppiando a ridere nuovamente, scostandosi dalla mezz'elfa di un paio di passi, osservandola a propria volta con un ghigno sardonico stampato sul volto.
Kora si fa pensierosa, quindi le domanda [E ora come funzionerebbe? Insomma, tu sei me, giusto? Quindi ora mi uccideresti e prenderesti il mio posto? O dovremmo vivere a turno, tipo un giorno a testa, all'esterno mentre l'altra resta in cabina?] pensierosa, stringendosi nelle spalle e portandosi la mano destra al mento, massaggiandoselo.
[Naturalmente ora prenderò il tuo posto e ti butto a mare, come altro dovrebbe funzionare?] portandosi la mano destra a grattarsi la nuca, per poi dirle [Io sono parte di te, dannata stupida, possiamo dire che sei la mia figlioletta, in un certo senso, per quanto l'idea mi faccia schifo, ma partendo dal presupposto che il tuo corpo mi serve e fino ad ora non mi sei dispiaciuta per come ti sei comportata, ti terrò con me ancora per un pò, nel mentre ti consumerò dall'interno, fino a prendere il controllo ed annichilire la tua volontà.] spiega senza troppi giri di parole l'altra Kora, o per meglio dire, il demone che è in lei.
Dopo avere ascoltato tutta la prospettiva che le viene posta di fronte dal demone, la mezza si stringe nelle spalle, rispondendogli [Sta bene, penso di non avere molte altre scelte, no? Tanto più che a quanto pare sei stata tu a salvarmi il culo una volta.] aggiungendo dopo qualche attimo [Sappi che non ho intenzione di mangiare interiora umane per allietarti, è vero che a voialtri piacciono? Lo avevo letto in un libro qualche tempo fa.] ora la curiosità ha superato la paura o la sorpresa iniziale. Tipico.
Alza gli occhi al cielo, la se stessa demoniaca, ribattendo [Sono un sacco di cazzate, io preferisco la carne alle interiora, che schifo, suvvia, perchè dovrei mangiare dove passa ciò che mangi e che caghi?] quindi le si avvicina, seria se non per il solito ghigno appena percepibile che caratterizza la bastarda e, dopo averle alzato il mento con l'indice della mano destra, la bacia sulle labbra.

Una sensazione di spostamento, come quando, nei sogni, si percepisce di sprofondare o di cadere, e Kora si ritrova ad indietreggiare, barcollante e coi sensi che si ribellano, non permettendole di percepire alcunchè attorno a lei per qualche attimo, prima che, lentamente, riesce a riacquisire il controllo sul corpo ed infine, dopo essersi rimessa in piedi e diritta, corre oltre il parapetto, vomitando in mare, lasciandosi quindi scivolare a terra.
Un formicolio alla mano destra, insistente e sempre più intenso, la porta ad osservarsi tale parte notando come, al chiaro della luna, questo stia assumendo la forma di una zampa bestiale, pelosa ed artigliata e, pochi istanti dopo, la fu elfa collassa, perdendo i sensi, cullata da una risata che le risuona nella mente, una risata distante alla quale segue, come un lontano eco, una voce nella sua testa [Io sono te e tu sei mia, non pensare di scappare, non v'è luogo dove potresti nasconderti da me, lasciati dominare...]


(Per semplificare...
Kora
Mutaforma )
Knut Raknasson.
00sabato 8 ottobre 2016 14:07
Mi prendo il tempo per pensare... premetto che ci metterò un pò
Knut Raknasson.
00sabato 8 ottobre 2016 17:07
Eccomi

Dunque, mi piace come scrivi..si, un pò sboccato qui e là, ma se fa parte del pg ci sta solo che va studiato meglio anche questo aspetto.

TI chiedo di rivedere però del tutto la parte della generazione, poichè così come l'hai scritta, seppure scritta bene, è tirata per i capelli e non te la posso accettare.

Riprova e rimetti giù. Tieni da conto che hai a che fare con un ibrido. Non è possessione. Ricorda bene non è possessione, ma è generazione. Poi...come avvenga.. non ha importanza... e ricordati che hai un pg mezzelfo.. non è puro. Di base non è puro. Il passaggio a mezzodemone Mutaforma avviene perchè si è impuri... corruttibili, corrotti, alla partenza.

Prenditi il tempo necessario per pensare bene, non avere fretta.
EvenMorePain
00domenica 9 ottobre 2016 01:32
Re:
Knut Raknasson., 10/8/2016 5:07 PM:



Dunque, mi piace come scrivi..si, un pò sboccato qui e là, ma se fa parte del pg ci sta solo che va studiato meglio anche questo aspetto.




Mi spiace, ma la mia mezz'elfuccia bella è una rozza donna di mare, non posso privarla di tale vocabolario così colorito :P

Riposto la parte circa la storia futura, tralasciando i primi tre punti della storia che, essendo il passato della pg, resterebbero immutati.

Parte quarta: non sei sola, piccola Kora.


Mesi sono trascorsi dalla rinascita, settimane dal patto con Oatlgar e con il resto della ciurma e, dopo i vari preparativi del caso, la combriccola si è messa finalmente a veleggiare in lungo ed in larfo per i mari di Aengard.
Una notte come molte altre, il vento di scirocco sospinge il brigantino gonfiandone le vele, permettendo così alla ciurma, dormiente negli alloggi del castello di prora, di essere guidata attraverso lo stretto di Alesund dal capitano la quale, sola al timone, mantiene la rotta a vista, orientandosi con le stelle, come d'abitudine per lei.
Il fatto di sapere pilotare il legno senza difficoltà di sorta e pertanto la sicurezza di non potere commettere errori naturalmente, nella giovane mezz'elfa dal carattere senza dubbio sopra alle righe, si traduce in un veleggiare da alticcia, la mancina poggiata ad un pomolo della ruota del timone, la destra a reggere una bottiglia quasi vuota di rum, la terza, a giudicare dagli altri "cadaveri" presenti lì vicino.
La bastarda, forse ispirata dal tempo, forse semplicemente sovreccitata dall'alcool in circolo, inizia a canticchiare allegramente, alzando di quando in quando il braccio col quale regge l'adorata bevanda

[Sono passati tre anni esatti dal giorno
In cui in capitano pirata mi disse:
“Ehi, ragazzo, unisciti alla nostra ciurma!
L’avventura e la gloria ti aspettano!”
Presi le sue parole come oro colato,
Salpai verso mete sconosciute
Con una bottiglia di rum in mano,
Sognavo ricchezza e terre lontane...]

con tanto di falsetto nel parlato del "capitano", quando qualcosa urta la nave, o forse solamente lei, sempre che qualcosa effettivamente, abbia colpito qualcos'altro, giacchè, come detto precedentemente, la nostra buona lupa di mare è alquanto alticcia, e la bottiglia va a cascare nel momento in cui lei lascia la presa così da poter reggere la ruota del timone con entrambe le mani, onde evitare sbandamenti del legno o peggio.

[Ci mancava solamente di incagliarci, corpo di mille tuoni! Come diamine ho fatto, poi? Sono nel bel mezzo del mare!]
irritata, decisamente, guardandosi attorno, come una furia, cercando la sua amata bottiglia, scorgendola qualche passo alla propria destra, riversa al suolo ma integra, cosa che la porta ad inveire nuovamente

[Per mille pesci cani, pure così lontana doveva finire quella stronz..]
lasciando cadere la frase giacchè, da oltre il proprio fianco destro, ad altezza del torace, una mano femminile le porge la bottiglia e, la mezza, staccando la mancina dal pomolo che va reggendo, l'afferra senza pensarci troppo sopra, sollevandola appena in alto e ringraziando il gentile salvatore della situazione

[Ohè, camerata, grazie, hai salvato da morte certa una povera assetata!]
portandosi la bottiglia alle labbra e, dopo avere alzato il mento per favorire la discesa del caldo alcolico lungo il gargarozzo ed averne tratti un paio di lunghi sorsi, si ferma così, aprendo gli occhi e, spostando inizialmente solamente le iridi, quindi tutta la testa verso destra, borbotta un

[Mh chh..?]
togliendo la bottiglia di torno e domandando, ora più chiaramente

[Ma che..? Chi..?]
volatandosi, nuovamente, verso il timone, udendo una risatina, scorgendo così, di fronte a se, poggiata alla ruota del timone ma dall'altro lato, se stessa, identica, stessi lineamenti, stesso ghigno sardonico stampato sul volto dalla carnagione pallida, stessi capelli corvini.
Osserva la bottiglia, quindi se stessa, quindi la bottiglia e, dopo un sospiro, scaglia la rimanente bevanda fuori bordo, esclamando

Oh, perfetto, anche le allucinazioni, non pensavo di avere bevuto a tal punto, Khorr boia!]
portando gli occhi al cielo e facendo cenno con la mancina alla se stessa oltre alla ruota di andarsene, senza alcun risultato, in quanto, quella, si limita ad aggirare l'ostacolo, posizionandosi accanto a Kora, portando ambedue le mani deietro alla schiena, tenendosi la mancina nella destra, diritta di postura e ghignante

[Dunque, dunque, dunque, dove andiamo di bello, cara Kora?]

omanda palesemente ironica l'altra Kora, fissandola.

[Ohè, bastarda, che ci fai sulla mia nave?]
domanda Kora, allargando le braccia, come a cercare di spingerla via o di ottenere un poco di distanza tra di loro.

[Non fare così, non sei affatto gentile verso te stessa, mia dolce, piccola bastarda.]

risponde candidamente l'altra Kora, allungando una mano, andando a sfiorare quella della mezz'elfa.

[Me stessa? Cosa vuoi da me, maledetta? Ti faccio dare un giro di chiglia se non te ne vai, quanto è vero che mi chiamo Kora Delaney!]
sbotta rabbiosamente la fu elementale.

[Perchè mai dovresti causarti sofferenza da sola, piccola mia? E non chiamarti Kora, non lo sei e non lo sei mai stata, o, forse, dovrei dire che lo sei diventata a causa mia?]

domanda di nuovo la copia, portandosi la mano destra allo sterno, poco sopra al petto, assumendo un'espressione sorpresa, per poi fare sbucare la punta della lingua dall'angolo destro della bocca, una lingua nera, più lunga del normale, molto più lunga, giacchè arriva a metà guancia.

[C..c...co..cosa cazzo sei tu, per mille abissali?]
urla la mezza, facendo un passo indietro, spalancando gli occhi alla vista della lingua, sbattendo un paio di volte le palpebre, come per cercare di scacciare quella visione ed, effettivamente, quella scompare.

[Non hai memorie di una te stessa diversa, piccola mia? Un'elfa della notte, capelli blu, figlia di Dorchuam..]

le sussurra suadente all'orecchio sinistro la copia di se stessa, le guance dilaniate, oltre alle quali Kora può notare i denti, appuntiti e grandi come mignoli umani, cosa che la spinge a scartare di lato, cercando di posizionarsi nuovamente di fronte a quell'apparizione.

[Tu non sei me, chi o cosa sei, maledetta? Ti incenerisco!]
urla, tremante dalla rabbia e dalla paura la bastarda, portando innanzi a se entrambe le mani, con espressione feroce, pronta a richiamare la magia.

[Calma, calma, non c'è bisogno di scaldarti ed appiccare un incendio a bordo, non trovi?]

domanda la se stessa, avanzando verso Kora, tendendole la mancina verso il volto, come a volerla accarezzare, fermandosi a circa due passi da lei, quindi sfiorandole la guancia destra e continuando

[Morwell, quella puttana, ti punì per la tua ribellione, piccola elfa, io ti salvai semplicemente dall'annientamento, facendoti rinascere a nuova vita, se così vogliamo dire.]

ridacchiando e facendo guizzare la lingua verso il volto della fu elfa, continuando ad accarezzarne la guancia.

[Morwell..? Tu..?]
domanda scompostamente Kora, quindi scrollando la testa e domandandogli, secca

[Chi sei tu?]
fissandolo, mentre porta la mano destra al coltellaccio tenuto al fianco opposto.

[Sono colui che, facendo parte di te, ti ha permesso di non venire cancellata dagli annali e, pertanto, di restare in vita, tutto perchè ti amo, figliola.]

risponde la copia, sorridendole amabilmente, come un padre farebbe con la figlioletta.

[Mi stai prendendo per il culo, vero?]
domanda retorica Kora, scostando la mano della copia col proprio avambraccio, fissandolo freddamente.
Scoppia a ridere, l'altra Kora, una risata che la porta a mutare, più e più volte, di aspetto, tratti animali si intrecciano a tratti umani, nanici, elfici, continuamente, fino a tornare, nuovamente, all'aspetto di Kora, rispondendogli con molta semplicità

[Ovviamente sì, ci stavi per caso credendo? Mettiti comoda, o anche no, ti racconto la tua nascita, amore mio. Quando tu tradisti la fiducia della mammina Morwell, quella ti punì, non hai notato che gli animali non ti sopportano? Bene, la cosa iniziò molto, molto tempo prima.]

facendo un cenno alla mezz'elfa di sedersi, attendendo che Kora si metta comoda per sedersi, a propria volta a sulla balaustra, continuando il racconto

[Devi sapere che qualche evento e probabilmente qualche certezza della tua vita sono balle. Beh, a pensarci bene credo che praticamente tutto lo sia stato.]

sghignazzando

[Andiamo per gradi, mia dolce, dolce figliola. Innanzitutto i tuoi genitori non erano i tuoi genitori. Quei due patetici elfi, suvvia, dare alla luce una creatura quale sei tu, quando mai sarebbe potuto accadere! Io feci certe cosucce..]

mimando il gesto di montarsi un qualcuno composto, al momento, d'aria

[Con una donna elfica, una miserabile che mi fu offerta in sacrificio da alcuni vermi di umani per ottenere non so cosa da me, davvero, perchè un'elfa, poi? Come se fosse un feticismo di noi demoni l'abusarne, d'accordo, io lo feci, ma fu una cosa successa così, nel momento, comprendimi.]

infilandosi l'indice destro nello stesso orecchio, per poi osservarselo e sfregare le punte di indice e pollice, con fare annoiato

Fatto sta che morirono tutti, a parte la donna, naturalmente, che divertimento ci sarebbe stato, altrimenti? Non temere, la uccisi subito dopo che ti diede alla luce, o per meglio dire, la divorasti tu stessa, ma per colpa mia, quindi ritieniti pure innocente.]

ironizzando la faccenda

[E qua viene il bello, ti domanderai tu, e come finii tra gli elfi? Bella domanda, ma d'altro canto è sempre stata opera mia, no, lo so che stai per ringraziarmi, ma non serve. Dicevo, ti avevo fatto scambiare nella culla da un patetico elfo che possedetti, una bazzeccola da fare, capirai bene, fatto sta che il mio sangue dentro di te ha svolto un eccellente lavoro nel renderti un'elfa per tutti questi anni, non trovi? Quegli stupidi pensavano davvero che la loro piccola, innocente figlioletta fosse un'elfa ed, invece, stavano crescendo la figlia di Fossegrøm, un gran bel pezzo di demone, e non lo dico senza una certa modestia, ovviamente.]

scruta Kora con espressione interrogativa ma, notando che l'altra è come inebetita, continua il racconto

[Passiamo ora a qualche decina di anni dopo, ovvero qualche tempo fa, quando tu moristi cercando di fermare un incantesimo, so bene che non te ne ricordi, ma non ha importanza, quella volta fu una sorpresa anche per me constatare quanto idiota fosse mia figlia! Beh, ma poco conta, tanto Morwell ti diede una seconda possibilità, probabilmente, nella sua ottusità, sperando di purificarti dalla mia genia rendendoti una sua figlia. Illusa, stolta e anche infame, per fortuna che tu, piccola, cara figlioletta adorata, te ne sei avveduta bene dal restare una sua pedina al pari degli altri stupidi elementali che ancora ascoltano quella cagna. Il problema è che, sentendosi tradita, aveva cercato di annientarti e, con te, anche la mia contaminazione, sia mai che si facesse i fatti propri, dico io. Quando lei scaricò su di te un poco di energia, mezza sega di una Dea, avrei saputo fare di meglio io andando di corpo, tu eri, come dire, fottuta. Per fortuna il mio sangue non è debole come suppongo lei immaginasse o sperasse e, quindi, eccoti ancora qua, fresca come una rosa, seppure senza l'aspetto farlocco da elfa che avevi prima, tutto sommato Morwell è stata abbastanza forte da cancellare dalla tua memoria diverse cose, tra le quali l'aspetto della bambina sottratta ai tuoi "genitori elfici" ancora in fasce. Spero tu non ci sia rimasta male nello scoprire che ti ho usata per giocare con Aengard perchè, in tale caso, non me ne potrebbe fregare di meno, ovviamente, cara la mia ibrida, la soddisfazione di avere gabbato quei porci dalle orecchie a punta e quella piccola, adorabile stronza di una Dea è troppo grande per farmi pentire di quello che ho fatto. Non lo farei in ogni caso, per inciso.]

scoppiando a ridere nuovamente, scostandosi dalla mezz'elfa di un paio di passi, osservandola a propria volta con un ghigno sardonico stampato sul volto.
Kora si fa pensierosa, quindi le domanda

[E ora come funzionerebbe? Insomma, tu sei me, giusto? Quindi ora mi uccideresti e prenderesti il mio posto? O dovremmo vivere a turno, tipo un giorno a testa, all'esteno mentre l'altra resta in cabina?]
pensierosa, stringendosi nelle spalle e portandosi la mano destra al mento, massaggiandoselo.

[Naturalmente ora prenderò il tuo posto e ti butto a mare, come altro dovrebbe funzionare?]

portandosi la mano destra a grattarsi la nuca, per poi dirle

[Io sono parte di te, dannata stupida, possiamo dire che sei la mia figlioletta, in un certo senso, per quanto l'idea mi faccia schifo, ma partendo dal presupposto che il tuo corpo mi serve e fino ad ora non mi sei dispiaciuta per come ti sei comportata, ti terrò con me ancora per un pò, nel mentre ti consumerò dall'interno, fino a prendere il controllo ed annichilire la tua volontà.]

spiega senza troppi giri di parole l'altra Kora, o per meglio dire, il demone che è in lei.
Dopo avere ascoltato tutta la prospettiva che le viene posta di fronte dal demone, la mezza si stringe nelle spalle, rispondendogli

Sta bene, penso di non avere molte altre scelte, no? Tanto più che a quanto pare sei stata tu a salvarmi il culo una volta.]
aggiungendo dopo qualche attimo

[Sappi che non ho intenzione di mangiare interiora umane per allietarti, è vero che a voialtri piacciono? Lo avevo letto in un libro qualche tempo fa.]
ora la curiosità ha superato la paura o la sorpresa iniziale. Tipico.
Alza gli occhi al cielo, la se stessa demoniaca, ribattendo

[Sono un sacco di cazzate, io preferisco la carne alle interiora, che schifo, suvvia, perchè dovrei mangiare dove passa ciò che mangi e che caghi?]

quindi le si avvicina, seria se non per il solito ghigno appena percepibile che caratterizza la bastarda e, dopo averle alzato il mento con l'indice della mano destra, la bacia sulle labbra.

Una sensazione di spostamento, come quando, nei sogni, si percepisce di sprofondare o di cadere, e Kora si ritrova ad indietreggiare, barcollante e coi sensi che si ribellano, non permettendole di percepire alcunchè attorno a lei per qualche attimo, prima che, lentamente, riesce a riacquisire il controllo sul corpo ed infine, dopo essersi rimessa in piedi e diritta, corre oltre il parapetto, vomitando in mare, lasciandosi quindi scivolare a terra.
Un formicolio alla mano destra, insistente e sempre più intenso, la porta ad osservarsi tale parte notando come, al chiaro della luna, questo stia assumendo la forma di una zampa bestiale, pelosa ed artigliata e, pochi istanti dopo, la fu elfa collassa, perdendo i sensi, cullata da una risata che le risuona nella mente, una risata distante alla quale segue, come un lontano eco, una voce nella sua testa

[Io sono te e tu sei mia, non pensare di scappare, non v'è luogo dove potresti nasconderti da me, lasciati dominare...]



Come precedentemente detto, per semplificare:

Kora
Demone




Knut Raknasson.
00domenica 9 ottobre 2016 11:53
Va già meglio.
Deve essere chiarissimo il concetto che Kora NON è mai stata elfa purosangue altrimenti non si inizia nemmeno il cammino.
Ed infatti leggo che imbastisci la tua storia sulla menzogna prenatale, infantile ed adolescenziale e questo va bene
Mi piace moltissimo lo sfottò pieno riguardo la dea ed attenzione, questo è un elemento che vorrò vedere sempre.

Altra cosa... non è chiaro cosa intendi quando descrivi il demone che parla a Kora... perchè il demone padre non è in Kora, il demone padre è un'entità a se stante, no bisogna creare il dubbio che ci sia una possessione perchè la possessione non c'è. A meno che sia allucinazione..ed è la parte demone di Kora che parla creandole allucinazioni...

Risolvimi un pò questo dubbio please
EvenMorePain
00domenica 9 ottobre 2016 20:55
Re:
Knut Raknasson., 10/9/2016 11:53 AM:


Mi piace moltissimo lo sfottò pieno riguardo la dea ed attenzione, questo è un elemento che vorrò vedere sempre.




Nessun problema, adoro fare dell'umorismo su tutto e su tutti, tanto più su qualcuno che, per vie traverse, scopro non essere riuscito ad eliminarmi! :3

Knut Raknasson., 10/9/2016 11:53 AM:

Altra cosa... non è chiaro cosa intendi quando descrivi il demone che parla a Kora... perchè il demone padre non è in Kora, il demone padre è un'entità a se stante, no bisogna creare il dubbio che ci sia una possessione perchè la possessione non c'è. A meno che sia allucinazione..ed è la parte demone di Kora che parla creandole allucinazioni...



A dire il vero ho scritto appositamente il background con il preciso intento di lasciare il dubbio sulla modalità in cui è avvenuto il tutto.
Di fondo, comunque, sarebbe una sorta di discorso tra lei e il sangue demoniaco "Sono colui che.." è riferito alla genie del padre, non mi riferivo al demone vero e proprio, per rendere la storia di più semplice lettura ho dato alla parte demoniaca di Kora il ruolo del "padre".
Ps: giusto perchè non adoro la skill doppelganger, ho preso proprio spunto da quella per la cosa dello sdoppiamento e della riunificazione delle due metà della stessa mezz'elfa. ;)
Sharania
00martedì 11 ottobre 2016 22:08
Buonasera,
mi permetto un piccolo e breve intervento, in merito al bg presentato per la candidatura alla razza mutaforma. In veste di coordinatore delle guardie di gioco, ritengo opportuno ricordare in questa sede, una delle regole primarie del manuale di gioco, che per chiarezza riporto di seguito:

“è vietato mandare in chat immagini o frasi volgari, eccessivamente esplicite, ingiuriose e sono vietate giocate di sesso virtuale in chat pubblica.”

Non è consentito in nessun caso l'utilizzo di parolacce o termini volgari su LoM, nelle chat così come negli araldi. In caso di approvazione del bg , sarà necessario che la player lo ripulisca dalle volgarità. Allo stesso modo informo che , in caso facesse uso di questo tipo di linguaggio in chat durante le role, le guardie provvederanno ad assegnare le sanzioni previste dalla violazione.

Grazie per l'attenzione,

Sharania
EvenMorePain
00martedì 11 ottobre 2016 22:35
Re:
Sharania, 10/11/2016 10:08 PM:



Non è consentito in nessun caso l'utilizzo di parolacce o termini volgari su LoM, nelle chat così come negli araldi. In caso di approvazione del bg , sarà necessario che la player lo ripulisca dalle volgarità. Allo stesso modo informo che , in caso facesse uso di questo tipo di linguaggio in chat durante le role, le guardie provvederanno ad assegnare le sanzioni previste dalla violazione.


Sharania




Chiedo scusa, sinceramente chiesi informazioni più specifiche e mi fu detto che per "parole volgari di uso consueto" non vi erano problemi, non voglio creare discussione in merito, naturalmente, pertanto chiedo con più precisione se, nel caso dovessi cambiare quanto scritto nella storia del mio personaggio, dovrei mutare completamente dizionario (e, personalmente, alcuni termini non saprei come modificarli.."libera professionista" non rende..) oppure mi basterebbe utilizzare la pratica censura per asterischi, ad esempio "p*****a"?

Grazie per avermi fatto notare la cosa e provvederò a sistemare la pecca! [SM=g27987]
EvenMorePain
00martedì 11 ottobre 2016 23:55
Colgo anche l'occasione per spiegare meglio quanto espresso due post più in alto.

Kora sta parlando da sola, prendendo spunto dalla skill "doppelganger" della razza mutaforma l'ho fatta sdoppiare in una sorta di "viaggio onirico" causato, con ogni probabilità, dall'eccesso di alcool.
Da una parte, quindi, v'è Kora, la parte mortale, la parte comune, dall'altro, invece, fa la sua apparizione la parte demoniaca della mezz'elfa, in parole povere il sangue ereditato dal padre, il demone appunto, che si rivolge alla parte normale di Kora come fosse il padre stesso a parlarle, quando, invece, è tutta una cosa prettamente interiore.

Mi piacerebbe sviluppare, nel qual caso mi venisse accettata la candidatura, un processo graduale che porterebbe Kora, inizialmente spaesata e tentennante rispetto alla scoperta di essere un'ibrida "sopra le righe" rispetto agli altri mezz'elfi, alla presa di coscienza che, seppure una parte di se le rema contro, cercando di piegarla, di prendere il possesso del suo corpo e che, per altro, è la fonte della maggior parte dei suoi poteri, lei è comunque l'altra faccia della medaglia, il lato debole, probabilmente, ma non per questo meno furbo e forse, proprio per questa debolezza, cercherebbe di trovare un modo per domare il demone che fa parte di lei, di sfruttarlo al pari di quanto lei stessa viene sfruttata, in un continuo tira e molla.
Non avrebbe grossi problemi ad adattarsi alla situazione, in ogni caso, se non nei primi mesi, in quanto lei non pone l'orgoglio al primo posto, ma è più per un ragionamento tipo:
Se è interessante e può portarmi a qualcosa, sta bene scendere a compromessi.

Naturalmente, specialmente i primi mesi, appunto, sarebbero un continuo susseguirsi di inconvenienti ed incidenti, dovuti alla sua stessa incapacità di gestire questo potere che scopre di avere dentro di se ma che, anche a causa dell'altra metà di se stessa, non riesce a controllare.

Prendo anche spunto dalla domanda che la moderatrice di razza ha posto nella richiesta di Lars, già che ci sono, così da evitarle qualche domanda :P
Se scoprisse di non essere l'unica mutaforma, in tutta sincerità, non le cambierebbe poi di molto la vita.
Kora è una persona che si basa molto sulla simpatia "a pelle", pertanto, anche fosse un proprio simile, incontrato del tutto casualmente e, magari, l'unico altro al mondo come lei, se non le andasse a genio non esiterebbe un momento ad ignorarlo o, nel caso, a cercare di sottometterlo, questa seconda ipotesi, con molta probabilità, spinta dal sangue del demone, più orgoglioso di lei, che la convincerebbe a confrontarsi per vedere chi dei due è superiore. (Un gran pezzo di demone, e non senza una certa modestia [Cit.])
Altresì vero sarebbe che, nel caso provasse simpatia per l'altro simile o, ancora meglio, capisse che potrebbe sfruttarlo per i propri scopi, specie se potrebbe giungere ad un vantaggio sulla propria parte demoniaca, non esiterebbe ad avvicinarglisi, tentando anche una sorta di approccio di reciproca convenienza o di amicizia, per quanto potrebbe provarne.
Knut Raknasson.
00mercoledì 12 ottobre 2016 21:15
ok ora va meglio la specifica Kora. Ti avverto che questa sorta di mega guazzabuglio interiore sarà molto interessante da vedere e lo vorrò vedere!

Salutando intanto l'amica Sharania che ringrazio per l'intervento che sottolinea ciò che ci siamo già detti nei giorni scorsi in separata sede, vorrei tu mi ricopiassi (senza scritte colorate ti prego o se vuoi metterle, non quelle blu che non le vedo proprio, magari rosse e rosa, insomma, aiuta i miei occhi please) tutto il tuo bg, alla luce dei nuovi interventi e dei ragionamenti fatti, ma con la sostituzione di quei termini che già ti dissi erano da rivedere sebbene mi piacessero per il senso che davano al tuo pg, con dei sinonimi o delle perifrasi o dei giri di parole..insomma, metti in moto la tua conoscenza del vocabolario.

Lo apprezzerei molto.

Tornando a bomba, una cosa che vorrei valesse sia per te che per Lars che per chiunque farà od ha fatto domanda... io sto cercando di costruire uno stile nuovo di gioco.. uno stile che veda l'inizio del senso del branco, del gruppo, dell'appartenenza..ovvio, non chiedo amore mio amore tuo pucci pucci.. sia chiaro.. a meno che non nasca una sorta di "venerazione" da anzianità, da forza o potenza,... ma quello che voglio dire è.. branco.. unione del branco quando necessità chiama.. hai presente.. individualisti , ma quando serve, uniti spalla a spalla a mordere tutti assieme la stessa preda? sai che morsi? immagino tu abbia compreso cosa voglio dire..ed ho usato apposta questo paragone un po' bestiale per rendere meglio l'idea, ma sono a disposizione per ogni dubbio
EvenMorePain
00mercoledì 12 ottobre 2016 22:06
Mesi sono trascorsi dalla rinascita, settimane dal patto con Oatlgar e con il resto della ciurma e, dopo i vari preparativi del caso, la combriccola si è messa finalmente a veleggiare in lungo ed in larfo per i mari di Aengard.
Una notte come molte altre, il vento di scirocco sospinge il brigantino gonfiandone le vele, permettendo così alla ciurma, dormiente negli alloggi del castello di prora, di essere guidata attraverso lo stretto di Alesund dal capitano la quale, sola al timone, mantiene la rotta a vista, orientandosi con le stelle, come d'abitudine per lei.
Il fatto di sapere pilotare il legno senza difficoltà di sorta e pertanto la sicurezza di non potere commettere errori naturalmente, nella giovane mezz'elfa dal carattere senza dubbio sopra alle righe, si traduce in un veleggiare da alticcia, la mancina poggiata ad un pomolo della ruota del timone, la destra a reggere una bottiglia quasi vuota di rum, la terza, a giudicare dagli altri "cadaveri" presenti lì vicino.
La bastarda, forse ispirata dal tempo, forse semplicemente sovreccitata dall'alcool in circolo, inizia a canticchiare allegramente, alzando di quando in quando il braccio col quale regge l'adorata bevanda


[Sono passati tre anni esatti dal giorno
In cui in capitano pirata mi disse:
“Ehi, ragazzo, unisciti alla nostra ciurma!
L’avventura e la gloria ti aspettano!”
Presi le sue parole come oro colato,
Salpai verso mete sconosciute
Con una bottiglia di rum in mano,
Sognavo ricchezza e terre lontane...]

con tanto di falsetto nel parlato del "capitano", quando qualcosa urta la nave, o forse solamente lei, sempre che qualcosa effettivamente, abbia colpito qualcos'altro, giacchè, come detto precedentemente, la nostra buona lupa di mare è alquanto alticcia, e la bottiglia va a cascare nel momento in cui lei lascia la presa così da poter reggere la ruota del timone con entrambe le mani, onde evitare sbandamenti del legno o peggio.


[Ci mancava solamente di incagliarci, corpo di mille tuoni! Come diamine ho fatto, poi? Sono nel bel mezzo del mare!]

irritata, decisamente, guardandosi attorno, come una furia, cercando la sua amata bottiglia, scorgendola qualche passo alla propria destra, riversa al suolo ma integra, cosa che la porta ad inveire nuovamente


[Per mille pesci cani, pure così lontana doveva finire quella stronz..]

lasciando cadere la frase giacchè, da oltre il proprio fianco destro, ad altezza del torace, una mano femminile le porge la bottiglia e, la mezza, staccando la mancina dal pomolo che va reggendo, l'afferra senza pensarci troppo sopra, sollevandola appena in alto e ringraziando il gentile salvatore della situazione


[Ohè, camerata, grazie, hai salvato da morte certa una povera assetata!]

portandosi la bottiglia alle labbra e, dopo avere alzato il mento per favorire la discesa del caldo alcolico lungo il gargarozzo ed averne tratti un paio di lunghi sorsi, si ferma così, aprendo gli occhi e, spostando inizialmente solamente le iridi, quindi tutta la testa verso destra, borbotta un


[Mh chh..?]

togliendo la bottiglia di torno e domandando, ora più chiaramente


[Ma che..? Chi..?]

volatandosi, nuovamente, verso il timone, udendo una risatina, scorgendo così, di fronte a se, poggiata alla ruota del timone ma dall'altro lato, se stessa, identica, stessi lineamenti, stesso ghigno sardonico stampato sul volto dalla carnagione pallida, stessi capelli corvini.
Osserva la bottiglia, quindi se stessa, quindi la bottiglia e, dopo un sospiro, scaglia la rimanente bevanda fuori bordo, esclamando


[Oh, perfetto, anche le allucinazioni, non pensavo di avere bevuto a tal punto, Khorr boia!]

portando gli occhi al cielo e facendo cenno con la mancina alla se stessa oltre alla ruota di andarsene, senza alcun risultato, in quanto, quella, si limita ad aggirare l'ostacolo, posizionandosi accanto a Kora, portando ambedue le mani deietro alla schiena, tenendosi la mancina nella destra, diritta di postura e ghignante


[Dunque, dunque, dunque, dove andiamo di bello, cara Kora?]


domanda palesemente ironica l'altra Kora, fissandola.


[Ohè, dannata, che ci fai sulla mia nave?]

domanda Kora, allargando le braccia, come a cercare di spingerla via o di ottenere un poco di distanza tra di loro.


[Non fare così, non sei affatto gentile verso te stessa, mia dolce, piccola mezzo sangue.]


risponde candidamente l'altra Kora, allungando una mano, andando a sfiorare quella della mezz'elfa.


[Me stessa? Cosa vuoi da me, maledetta? Ti faccio dare un giro di chiglia se non te ne vai, quanto è vero che mi chiamo Kora Delaney!]

sbotta rabbiosamente la fu elementale.


[Perchè mai dovresti causarti sofferenza da sola, piccola mia? E non chiamarti Kora, non lo sei e non lo sei mai stata, o, forse, dovrei dire che lo sei diventata a causa mia?]


domanda di nuovo la copia, portandosi la mano destra allo sterno, poco sopra al petto, assumendo un'espressione sorpresa, per poi fare sbucare la punta della lingua dall'angolo destro della bocca, una lingua nera, più lunga del normale, molto più lunga, giacchè arriva a metà guancia.


[C..c...co..cosa cribbio sei tu, per mille abissali?]

urla la mezza, facendo un passo indietro, spalancando gli occhi alla vista della lingua, sbattendo un paio di volte le palpebre, come per cercare di scacciare quella visione ed, effettivamente, quella scompare.


[Non hai memorie di una te stessa diversa, piccola mia? Un'elfa della notte, capelli blu, figlia di Dorchuam..]


le sussurra suadente all'orecchio sinistro la copia di se stessa, le guance dilaniate, oltre alle quali Kora può notare i denti, appuntiti e grandi come mignoli umani, cosa che la spinge a scartare di lato, cercando di posizionarsi nuovamente di fronte a quell'apparizione.


[Tu non sei me, chi o cosa sei, maledetta? Ti incenerisco!]

urla, tremante dalla rabbia e dalla paura la bastarda, portando innanzi a se entrambe le mani, con espressione feroce, pronta a richiamare la magia.


[Calma, calma, non c'è bisogno di scaldarti ed appiccare un incendio a bordo, non trovi?]


domanda la se stessa, avanzando verso Kora, tendendole la mancina verso il volto, come a volerla accarezzare, fermandosi a circa due passi da lei, quindi sfiorandole la guancia destra e continuando


[Morwell, quella sgualdrina, ti punì per la tua ribellione, piccola elfa, io ti salvai semplicemente dall'annientamento, facendoti rinascere a nuova vita, se così vogliamo dire.]


ridacchiando e facendo guizzare la lingua verso il volto della fu elfa, continuando ad accarezzarne la guancia.


[Morwell..? Tu..?]

domanda scompostamente Kora, quindi scrollando la testa e domandandogli, secca


[Chi sei tu?]

fissandolo, mentre porta la mano destra al coltellaccio tenuto al fianco opposto.


[Sono colui che, facendo parte di te, ti ha permesso di non venire cancellata dagli annali e, pertanto, di restare in vita, tutto perchè ti amo, figliola.]


risponde la copia, sorridendole amabilmente, come un padre farebbe con la figlioletta.


[Stai cercando di gabbarmi, vero?]

domanda retorica Kora, scostando la mano della copia col proprio avambraccio, fissandolo freddamente.
Scoppia a ridere, l'altra Kora, una risata che la porta a mutare, più e più volte, di aspetto, tratti animali si intrecciano a tratti umani, nanici, elfici, continuamente, fino a tornare, nuovamente, all'aspetto di Kora, rispondendogli con molta semplicità


[Ovviamente sì, ci stavi per caso credendo? Mettiti comoda, o anche no, ti racconto la tua nascita, amore mio. Quando tu tradisti la fiducia della mammina Morwell, quella ti punì, non hai notato che gli animali non ti sopportano? Bene, la cosa iniziò molto, molto tempo prima.]


facendo un cenno alla mezz'elfa di sedersi, attendendo che Kora si metta comoda per sedersi, a propria volta a sulla balaustra, continuando il racconto [Devi sapere che qualche evento e probabilmente qualche certezza della tua vita sono balle. Beh, a pensarci bene credo che praticamente tutto lo sia stato.] sghignazzando


[Andiamo per gradi, mia dolce, dolce figliola. Innanzitutto i tuoi genitori non erano i tuoi genitori. Quei due patetici elfi, suvvia, dare alla luce una creatura quale sei tu, quando mai sarebbe potuto accadere! Io feci certe cosucce..]


mimando il gesto di montarsi un qualcuno composto, al momento, d'aria


[Con una donna elfica, una miserabile che mi fu offerta in sacrificio da alcuni vermi di umani per ottenere non so cosa da me, davvero, perchè un'elfa, poi? Come se fosse un feticismo di noi demoni l'abusarne, d'accordo, io lo feci, ma fu una cosa successa così, nel momento, capiscimi.]


infilandosi l'indice destro nello stesso orecchio, per poi osservarselo e sfregare le punte di indice e pollice, con fare annoiato


[Fatto sta che morirono tutti, a parte la donna, naturalmente, che divertimento ci sarebbe stato, altrimenti? Non temere, la uccisi subito dopo che ti diede alla luce, o per meglio dire, la divorasti tu stessa, ma per colpa mia, quindi ritieniti pure innocente.]


ironizzando la faccenda


[E qua viene il bello, ti domanderai tu, e come finii tra gli elfi? Bella domanda, ma d'altro canto è sempre stata opera mia, no, lo so che stai per ringraziarmi, ma non serve. Dicevo, ti avevo fatto scambiare nella culla da un patetico elfo che possedetti, una bazzeccola da fare, capirai bene, fatto sta che il mio sangue dentro di te ha svolto un eccellente lavoro nel renderti un'elfa per tutti questi anni, non trovi? Quegli stupidi pensavano davvero che la loro piccola, innocente figlioletta fosse un'elfa ed, invece, stavano crescendo la figlia di Fossegrøm, un gran bel pezzo di demone, e non lo dico senza una certa modestia, ovviamente.]


scruta Kora con espressione interrogativa ma, notando che l'altra è come inebetita, continua il racconto


[Passiamo ora a qualche decina di anni dopo, ovvero qualche tempo fa, quando tu moristi cercando di fermare un incantesimo, so bene che non te ne ricordi, ma non ha importanza, quella volta fu una sorpresa anche per me constatare quanto idiota fosse mia figlia! Beh, ma poco conta, tanto Morwell ti diede una seconda possibilità, probabilmente, nella sua ottusità, sperando di purificarti dalla mia genia rendendoti una sua figlia. Illusa, stolta e anche infame, per fortuna che tu, piccola, cara figlioletta adorata, te ne sei avveduta bene dal restare una sua pedina al pari degli altri stupidi elementali che ancora ascoltano quella miserabile. Il problema è che, sentendosi tradita, aveva cercato di annientarti e, con te, anche la mia contaminazione, sia mai che si facesse i fatti propri, dico io. Quando lei scaricò su di te un poco di energia, patetica di una Dea, avrei saputo fare di meglio io andando di corpo, tu eri, come dire, fottuta. Per fortuna il mio sangue non è debole come suppongo lei immaginasse o sperasse e, quindi, eccoti ancora qua, fresca come una rosa, seppure senza l'aspetto farlocco da elfa che avevi prima, tutto sommato Morwell è stata abbastanza forte da cancellare dalla tua memoria diverse cose, tra le quali l'aspetto della bambina sottratta ai tuoi "genitori elfici" ancora in fasce. Spero tu non ci sia rimasta male nello scoprire che ti ho usata per giocare con Aengard perchè, in tale caso, non me ne potrebbe fregare di meno, ovviamente, cara la mia ibrida, la soddisfazione di avere gabbato quei porci dalle orecchie a punta e quella piccola, adorabile stronza di una Dea è troppo grande per farmi pentire di quello che ho fatto. Non lo farei in ogni caso, per inciso.]


scoppiando a ridere nuovamente, scostandosi dalla mezz'elfa di un paio di passi, osservandola a propria volta con un ghigno sardonico stampato sul volto.
Kora si fa pensierosa, quindi le domanda


[E ora come funzionerebbe? Insomma, tu sei me, giusto? Quindi ora mi uccideresti e prenderesti il mio posto? O dovremmo vivere a turno, tipo un giorno a testa, all'esteno mentre l'altra resta in cabina?]

pensierosa, stringendosi nelle spalle e portandosi la mano destra al mento, massaggiandoselo.


[Naturalmente ora prenderò il tuo posto e ti butto a mare, come altro dovrebbe funzionare?]


portandosi la mano destra a grattarsi la nuca, per poi dirle


[Io sono parte di te, dannata stupida, possiamo dire che sei la mia figlioletta, in un certo senso, per quanto l'idea mi faccia schifo, ma partendo dal presupposto che il tuo corpo mi serve e fino ad ora non mi sei dispiaciuta per come ti sei comportata, ti terrò con me ancora per un pò, nel mentre ti consumerò dall'interno, fino a prendere il controllo ed annichilire la tua volontà.]


spiega senza troppi giri di parole l'altra Kora, o per meglio dire, il demone che è in lei.
Dopo avere ascoltato tutta la prospettiva che le viene posta di fronte dal demone, la mezza si stringe nelle spalle, rispondendogli


[Sta bene, penso di non avere molte altre scelte, no? Tanto più che a quanto pare sei stata tu a salvarmi il culo una volta.]

aggiungendo dopo qualche attimo


[Sappi che non ho intenzione di mangiare interiora umane per allietarti, è vero che a voialtri piacciono? Lo avevo letto in un libro qualche tempo fa.]

ora la curiosità ha superato la paura o la sorpresa iniziale. Tipico.
Alza gli occhi al cielo, la se stessa demoniaca, ribattendo


[Sono un sacco di baggianate, io preferisco la carne alle interiora, che schifo, suvvia, perchè dovrei mangiare dove passa ciò che mangi e che usi per espellerlo?]


quindi le si avvicina, seria se non per il solito ghigno appena percepibile che caratterizza la bastarda e, dopo averle alzato il mento con l'indice della mano destra, la bacia sulle labbra.

Una sensazione di spostamento, come quando, nei sogni, si percepisce di sprofondare o di cadere, e Kora si ritrova ad indietreggiare, barcollante e coi sensi che si ribellano, non permettendole di percepire alcunchè attorno a lei per qualche attimo, prima che, lentamente, riesce a riacquisire il controllo sul corpo ed infine, dopo essersi rimessa in piedi e diritta, corre oltre il parapetto, vomitando in mare, lasciandosi quindi scivolare a terra.
Un formicolio alla mano destra, insistente e sempre più intenso, la porta ad osservarsi tale parte notando come, al chiaro della luna, questo stia assumendo la forma di una zampa bestiale, pelosa ed artigliata e, pochi istanti dopo, la fu elfa collassa, perdendo i sensi, cullata da una risata che le risuona nella mente, una risata distante alla quale segue, come un lontano eco, una voce nella sua testa


[Io sono te e tu sei mia, non pensare di scappare, non v'è luogo dove potresti nasconderti da me, lasciati dominare...]


Per rendere la storia di più facile lettura:

Kora
Il sangue del demone che compone la metà di Kora e che assume il ruolo del padre stesso dell'ibrida, per quanto sia solamente un riflesso del demone.
Knut Raknasson.
00mercoledì 12 ottobre 2016 22:37
apprezzo l'impegno nel sostituire le parole un po' forti... magari se mi troverai poi dei sinonimi per la parola che inizia con st e finisce con za, sarebbe super.

A parte questo, ora mi prendo del tempo per decidere.
Continua tranquillamente con il tuo gioco intanto
EvenMorePain
00mercoledì 12 ottobre 2016 22:38
Re:
Knut Raknasson., 10/12/2016 10:37 PM:

apprezzo l'impegno nel sostituire le parole un po' forti... magari se mi troverai poi dei sinonimi per la parola che inizia con st e finisce con za, sarebbe super.
/QUOTE]

Cavolo, dove? Mi sono riletto tutto due volte prima di postarlo ma non ci avevo fatto caso [SM=g28000]
Knut Raknasson.
00martedì 18 ottobre 2016 20:14
BG accettato
Ti comunico che accetto la tua candidatura.
Il master designato per il cambiorazza è Oryer
Ti chiedo formalmente di fare attenzione al linguaggio senza snaturare il personaggio.

Comunicami il marchio demoniaco che per sempre rimarrà impresso sulla pelle di Kora.
Knut Raknasson.
00sabato 31 dicembre 2016 00:13
SOSPENSIONE APPARTENENZA ALLA RAZZA
Causa inattività prolungata e non motivata, viene sospesa l'appartenenza alla razza Mutaforma.

Al rientro in gioco, se verrà dimostrato un ritorno alla piena attività e se ci saranno posti liberi, potrà essere vagliata la possibilità del reintegro.
Knut Raknasson.
00domenica 22 gennaio 2017 21:22
SOSPENSIONE COMMUTATA IN ESTROMISSIONE
Il pg Kora Delaney viene ESTROMESSO dalla razza.

Al suo rientro dovranno decorrere minimo tre mesi per richiedere riammissione od eventuale ammissione per valutazione altra razza SE COERENTE con la precedente avuta.
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