Il pericolo di una cultura moderna massificata

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Red Night Seer
00sabato 29 settembre 2007 20:40
Viviamo in una società fondata su effimeri canoni estetici, nella quale predominano gli stereotipi dell'uomo/donna perfetto/a che, ovviamente, si adegua a tali sterotipi divenendo, anzi, il simbolo di questi ultimi.

I media si sono fatti portatori di questa società del consumo e dei luoghi comuni, diffondendo la convinzione del concetto "tu vali per quello che hai", abilmente mascherato dalle varie correnti della moda più o meno alternative.
La televisione soprattutto sta contribuendo a massificare il popolo, ad omologarlo ai preconcetti da lei stessa proposti e a persuaderli che la migliore - e unica - visione della vita sia quella dettata da un consumismo sfrenato, dalla corsa agli oggetti status-symbol quali abiti, scarpe, mp3 e ciarpame vario di questa modernità assurda e decadente.

Proprio da questa cultura massificante si è passati a quel processo tanto amato/disprezzato, a seconda dei casi, che va sotto il nome di "globalizzazione".
Ma non si intenda per globalizzazione la presenza di McDonalds in territorio russo, cinese o indonesiano, giacchè questo è l'aspetto esteriore (anche se più visibile) della globalizzazione. La vera piaga della globalizzazione è che essa sta portando al lento ma costante annullamento delle identità nazionali, in nome del cosiddetto "sistema occidentale". Ma che cos'è il "sistema occidentale"? Nulla. E' solo un paravento per designare un vile processo di annullamento del giudizio critico.

Di questo passo "occidente" e "oriente" non solo rappresenteranno ideali e valori identici e cesseranno, dunque, di avere significato concreto.
Si passerà, di conseguenza, a un regime massificato presieduto, nascostamente s'intende, da lobby pseudo-affaristiche dedite al lucro a discapito del giudizio critico e della capacità di valutre un criterio ciò che viene proposto.

Ma ciò che più preoccupa è che la situazione attuale in corso viene accettata ai più che non avvertono alcuna minaccia.
DarkWalker
00sabato 29 settembre 2007 21:26
perchè die popoli divsi dal anzionalismo dovrebbero essere migliori di popoli che vinvono senza barriere intermedie?
(posto che tanto a comandare sono sempre quelli coi soldi...)
Red Night Seer
00sabato 29 settembre 2007 21:53
per i motivi che ho sopra elencato, se hai letto...
DarkWalker
00sabato 29 settembre 2007 23:55
la mancanza di elaborare un giudizio critico?
Più in un paese c'era una dottrina nazionalistica (supportata da una dittatura) meno critico era il pensiero. Del resto un sistema che si basa su ordini e doveri non ha bisogno di uomini pensanti, ma di pecoroni col paraocchi
Red Night Seer
00domenica 30 settembre 2007 12:20
E quindi preferisci una cultura internazionalista massificata dove tutto è uguale e se sgarri vieni considerato un alienato, piuttosto che una cultura nazionale con le proprie tradizioni, ideali, orgoglio, e storia??
Pius Augustus
00domenica 30 settembre 2007 12:28
Re:
Red Night Seer, 30/09/2007 12.20:

E quindi preferisci una cultura internazionalista massificata dove tutto è uguale e se sgarri vieni considerato un alienato, piuttosto che una cultura nazionale con le proprie tradizioni, ideali, orgoglio, e storia??




meglio essere considerato un alienato se non sei in sintonia che essere fucilato nella schiena per lo stesso motivo.
Red Night Seer
00domenica 30 settembre 2007 12:59
Assolutamente in disaccordo.

Io parlo di condizioni NORMALI (niente dittatura, niente regime, niente di niente).

E' indubbio che un paese che possiede proprie tradizioni sociali, cultura, ideali, valori condivisi all'interno della nazione sia preferibile a una società di massa e "globalizzata"-

O non sei d'accordo?
Pius Augustus
00domenica 30 settembre 2007 13:34
Re:
Red Night Seer, 30/09/2007 12.59:

Assolutamente in disaccordo.

Io parlo di condizioni NORMALI (niente dittatura, niente regime, niente di niente).

E' indubbio che un paese che possiede proprie tradizioni sociali, cultura, ideali, valori condivisi all'interno della nazione sia preferibile a una società di massa e "globalizzata"-

O non sei d'accordo?




non sono daccordo perchè valori "condivisi" non vuol dire altro che uniformità forzata di pensiero,dato che gli uomini per natura hanno pensieri discordi e vari.
Lux-86
00domenica 30 settembre 2007 13:51
finalmente il genere umano sta raggiungendo il nulla ideale.
DarkWalker
00domenica 30 settembre 2007 19:42
Re:
Red Night Seer, 30/09/2007 12.20:

E quindi preferisci una cultura internazionalista massificata dove tutto è uguale e se sgarri vieni considerato un alienato, piuttosto che una cultura nazionale con le proprie tradizioni, ideali, orgoglio, e storia??



Beh allo stesso modo potrei risponderti se tu rpeferisci davvero un mondo pieno di confini dove un uomo guarda da sopra un muro, e invece di vedere un altro uomo ci vede un alienato, un diverso, meritevole solo di avere un peggioramento del suo benessere a vantaggio del proprio...
Io sono anzitutto un singolo. Per la vita che faccio mi è indifferente associarsmi a 9milioni di persone (Lombardia) o tot miliardi (mondo).
Non è che siccome sono lombardo deve piacermi la polenta per forza (mi piace, cmq). Poi se la polenta piace solo a me, a tutti i lombardi, o a tutto il mondo, la cosa non mi fa nè caldo nè freddo.
E siccome tanto vivo in in Italia se mi piacesse andare in giro con un kilt scozzese (non mi piace, cmq), sarei preso per un alienato, cultura globale e mica cultura globale^^
In ogni caso non credo che globalizzazione coincida con azzeramento del pensiero critico (quello semmai è il consumismo, ma anche una qualsiasi ideologia. Tra l'altro in un mondo dove l'80%vive col 20% di risorse dubito grandemente che il consumismo possa infettare la maggior parte della popolazione mondiale no?).
Per me un mondo unito che abbia meno occasione di scannarsi e di sfruttarsi sarebbe un mondo migliore.
Obbiettivo forse irrangiungibile (ma forse non più di tanto considerando le moderne forme di telecomunicazione), ma fomentare i nazionalismi costituisce solo un passo indietro.
Ace Ventura
00sabato 13 ottobre 2007 19:03
Re: Re:
DarkWalker, 30/09/2007 19.42:



Beh allo stesso modo potrei risponderti se tu rpeferisci davvero un mondo pieno di confini dove un uomo guarda da sopra un muro, e invece di vedere un altro uomo ci vede un alienato, un diverso, meritevole solo di avere un peggioramento del suo benessere a vantaggio del proprio...
Io sono anzitutto un singolo. Per la vita che faccio mi è indifferente associarsmi a 9milioni di persone (Lombardia) o tot miliardi (mondo).
Non è che siccome sono lombardo deve piacermi la polenta per forza (mi piace, cmq). Poi se la polenta piace solo a me, a tutti i lombardi, o a tutto il mondo, la cosa non mi fa nè caldo nè freddo.
E siccome tanto vivo in in Italia se mi piacesse andare in giro con un kilt scozzese (non mi piace, cmq), sarei preso per un alienato, cultura globale e mica cultura globale^^
In ogni caso non credo che globalizzazione coincida con azzeramento del pensiero critico (quello semmai è il consumismo, ma anche una qualsiasi ideologia. Tra l'altro in un mondo dove l'80%vive col 20% di risorse dubito grandemente che il consumismo possa infettare la maggior parte della popolazione mondiale no?).
Per me un mondo unito che abbia meno occasione di scannarsi e di sfruttarsi sarebbe un mondo migliore.
Obbiettivo forse irrangiungibile (ma forse non più di tanto considerando le moderne forme di telecomunicazione), ma fomentare i nazionalismi costituisce solo un passo indietro.




Eh globalizzazione si globalizzazione no, un gran problema... io direi che se ci stà togliend qualcosa, nn è tanto il pensiero critico, quanto quello culturale... proprio a livello di conoscenza, anche se ciò procedeva a ritmi serrati anche sotto la dittatura... per dirne una, chi in sardegna festeggiava le antiche feste di origine pagana, sotto il fascismo veniva deriso!! altro che identità mantenuta! tuttavia, anche sotto la globalizzazione bisognerebbe stare attenti, nn tanto perchè ci vien tolta la libertà di pensare, ma più che altro perchè moltissimi smettono di farlo di propria spontanea iniziativa... anzi sfogarsi per esempio sulla televisione è ridicolo, nessuna legge ti impone di accenderla e di farti condizionare, parla con uno dei sapienti del mondo attraverso un libro e ne trarrai profitto!!! Poi per le identità culturali esistono moltissimi contributi anche a livello europeo per valorizzarle, io in sardegna con un gruppo di amici mi stò impegnando per tirar fuori da vecchi libri un antica festa pagana, basata sul carnevale, e non vengo osteggiato, anzi abbiamo ottenuto contributi, e vedete? identità salvata... a volte basta far meno pugnette davanti al monitor e darsi invece da fare!
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