L’età dei patriarchi

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Vecchia Marziana
00giovedì 9 ottobre 2008 10:44
Leggenda o simbolismo?
Ascoltando la lettura della Bibbia, un particolare di Genesi (5:1-5) mi ha rammentato una domanda che feci nel periodo in cui studiavo con i Testimoni:
la veneranda età dei patriarchi è da considerare letterale o è usata come simbolo?
La risposta fu che, essendo i patriarchi vicini alla “perfezione” originaria di Adamo, godevano ancora dei privilegi concessi.
Poi, dopo il diluvio, progressivamente, l’età dell’uomo si avvicinò a quella attuale.
Curiosando su internet ho trovato due siti, contrastanti come opinione, ma interessanti.
Nonna Pina

www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid... - 26k –
magazine.enel.it/golem/articolo.asp?id=1070&num=23&sez=315 - 51k -
mauro.68
00giovedì 9 ottobre 2008 12:29
E' la stessa domanda che mi sono posto io. [SM=x570868]
wolfstenio
00giovedì 9 ottobre 2008 14:34
Re: Leggenda o simbolismo?
Vecchia Marziana, 09/10/2008 10.44:

Ascoltando la lettura della Bibbia, un particolare di Genesi (5:1-5) mi ha rammentato una domanda che feci nel periodo in cui studiavo con i Testimoni:
la veneranda età dei patriarchi è da considerare letterale o è usata come simbolo?
La risposta fu che, essendo i patriarchi vicini alla “perfezione” originaria di Adamo, godevano ancora dei privilegi concessi.
Poi, dopo il diluvio, progressivamente, l’età dell’uomo si avvicinò a quella attuale.
Curiosando su internet ho trovato due siti, contrastanti come opinione, ma interessanti.
Nonna Pina

www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid... - 26k –
magazine.enel.it/golem/articolo.asp?id=1070&num=23&sez=315 - 51k -



anche io mi sono posto la stessa cosa

Vecchia Marziana
00giovedì 9 ottobre 2008 16:21
Copio incollo il secondo articolo di cui non riesco a postare l'indirizzo.


"Questo è il libro della genealogia di Adamo. Nel giorno in cui Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; li creò maschio e femmina, li benedisse e, quando furono creati diede loro il nome di uomini. Adamo visse centotrent'anni e generò un figlio a sua immagine e somiglianza e gli pose nome Set. E il tempo di Adamo dopo aver generato Set fu di ottocento anni e generò figli e figlie. Così tutto il tempo in cui visse Adamo fu di novecentotrent'anni, poi morì".(Gen. 5,1-5).
Impiegando questa identica formula - A visse x anni e poi generò B; A visse y anni dopo aver generato B; A è vissuto in totale x+y anni - il libro della Genesi fornisce l'età di tutti e dieci i patriarchi antediluviani della discendenza di Set: Adamo è vissuto 930, Set 912, Enos 905, Chenan 910, Maalaleel 895, Iared 962, Enoc 365, Matusalemme 969, Lamec 777, Noè 950. La speranza di vita a quei tempi era di circa 850 anni. L'impressionante longevità delle generazioni anteriori al diluvio ha sempre posto qualche problema ai lettori: come conciliare la durata di una normale vita umana e le centinaia d'anni concessi agli uomini di quei tempi? Gli apologeti hanno cercato con argomenti più o meno ingegnosi di giustificare il racconto della Genesi. Ai tempi di Agostino c'era chi pensava che l'anno biblico durasse solo 36 giorni, in modo che un anno dei nostri corrisponderebbe a dieci anni dei patriarchi (De Civitate Dei 15,12,2). Flavio Giuseppe (I sec.) nelle sue Antichità Giudaiche, invita a non giudicare falsa la Scrittura:
""nessuno, paragonando la vita degli antichi alla vita di oggi, e alla brevità degli anni che noi viviamo, ritenga falso quanto si dice di loro; e dal fatto che oggi la vita non duri così tanto tempo, pensi che neppure quelli godevano di tanta longevità. Poiché, in primo luogo essi erano amati da Dio, ed erano creature dello stesso Dio, anche la loro dieta era più confacente alla vita lunga, ed era naturale che vivessero così a lungo" (1,106).
E aggiunge che la provvidenza divina concedette una durata così lunga ai nostri progenitori - a cui si deve l'invenzione dell'astronomia - per consentire loro di osservare i secolari fenomeni celesti e ricavarne delle predizioni. In epoca moderna l'esegesi biblica si è concentrata soprattutto sul valore cronologico della lista di Genesi 5. Effettivamente la menzione dell'età di ciascun patriarca al momento della nascita del più importante dei suoi figli permette di indicare l'inizio di ogni nuova generazione e di calcolare il tempo intercorso tra la creazione del mondo e il diluvio, che segna la fine della prima fase della storia del genere umano. Procedendo a semplici addizioni si può stabilire che le cateratte del cielo si sono aperte nell'anno 1656 ab origine mundi e le acque si sono ritirate dalla terra nel 1657. I redattori della Bibbia avrebbero stabilito questa cronologia per far tornare i conti e per situare eventi significativi della storia ebraica in una data simbolica: in questo modo l'Esodo degli ebrei dall'Egitto sarebbe avvenuto nell'anno 2666, che corrisponde ai due terzi del ciclo cosmico di 4000 anni (è l'ipotesi di Gutschmidt), la consacrazione del Tempio di Salomone nel 3001 (Bousset), ecc. I biblisti hanno anche messo in rapporto il racconto della Genesi con altre tradizioni relative ai dieci capostipiti della generazioni primordiali che si ritrovano un po' ovunque nel Vicino Oriente antico e persino in India. In particolare il sacerdote babilonese Beroso (III sec. a.C.), autore di una storia del suo paese scritta in greco, aveva compilato una lista di dieci re antidiluviani ciascuno vissuto migliaia di anni (la somma totale degli anni dei loro regni ammonterebbe a 432.000!). Questa testimonianza è stata confermata dalla scoperta di due documenti d'archivio sumeri redatti alla fine del III millennio o all'inizio del II. Anche queste tavolette contengono la lista dei re - dieci secondo l'una, otto secondo l'altra - che hanno regnato prima del diluvio, nonché l'impressionante lunghezza dei loro regni, calcolata sulla base del sistema sessagesimale in unità di 600 anni dette ¿u¿. I paralleli tra le liste babilonesi e il racconto della Genesi sono notevoli: in entrambi l'umanità più antica è divisa in due gruppi, ante e postdiluviano; al periodo antidiluviano appartiene una serie di dieci personaggi importanti, che ebbero una vita lunghissima; la lunghezza della vita viene progressivamente ridotta dopo il diluvio fino a raggiungere una durata normale. Il grande ebraista Umberto Cassuto (1883-1951) nel suo commento alla Genesi ha osservato che anche la cronologia biblica adotta il sistema di calcolo sessagesimale aumentato di una o più serie di sette, proprio come avviene nella cronologia babilonese.

L'età dei singoli patriarchi può essere infatti intesa come multiplo di 5 anni (60 mesi) o di 5 più 7 (o 14 nel caso di Matusalemme). Per la mentalità biblica un certo numero più sette è una formula convenzionale per indicare una grande quantità. Ma più significative ancora delle convergenze sono le differenze tra le due tradizioni. Quella babilonese possiede un evidente carattere epico e mitologico: i re antidiluviani rappresentano una dinastia discesa dal cielo, la loro longevità è strettamente connessa con la loro natura divina o semidivina.
L'autore della Genesi tende invece a sopprimere la dimensione mitica del racconto tradizionale nel momento stesso in cui ne adotta il genere letterario e lo incorpora nella narrazione biblica. Anzi, secondo Cassuto, la genealogia del capitolo quinto conterrebbe una polemica implicita contro le leggende babilonesi. A differenza dei mitici re babilonesi i patriarchi antidiluviani non sono dei o semidei, ma uomini "ordinari" che nascono, generano figli e figlie e poi muoiono. La loro "eccezionalità" consiste solo nel fatto di essere i padri dell'umanità. Per quanto riguarda la durata della loro vita, la Torah accetta l'idea che i patriarchi, privilegiati perché più vicini al momento della creazione, dovevano essere vissuti più a lungo dell'umanità attuale. Ma questa longevità, per quanto straordinaria, è pur sempre mantenuta in un ambito "umano" e non raggiunge le decine di migliaia di anni che permettono ai re babilonesi di essere assimilati agli dei. In ogni caso nemmeno il più vecchio dei patriarchi supera i mille anni, che - come è scritto nei Salmi - sono un niente, un battito di ciglia per Dio: "mille anni ai tuoi occhi sono come il giorno di ieri che è passato, come la terza parte della notte" (90,4). La Bibbia, nel suo tentativo di demitologizzazione, si preoccupa quindi di ridurre l'estensione della cronologia mesopotamica. Il lettore antico della Genesi, che conosceva le leggende babilonesi, non era impressionato dal numero degli anni di Adamo e dei suoi discendenti incomparabilmente inferiore a quello delle liste reali babilonesi.
Se l'interpretazione di Cassuto risolve il problema della somma totale degli anni delle generazioni prima del diluvio, lascia però aperto quello dell'età dei singoli patriarchi. Per questo alcuni studiosi hanno cercato delle corrispondenze tra l'età degli antidiluviani e i periodi astronomici (giorni, settimane, anni, periodi sinodici) noti alle civiltà dell'antico Vicino Oriente e calcolati anch'essi secondo il sistema sessagesimale. Il punto di partenza di questa interpretazione nasce dall'osservazione che l'età di Enoc (365) corrisponde al numero dei giorni di un anno solare. L'età di Iared corrisponderebbe al periodo sinodico del pianeta Venere sommato a quello del pianeta Saturno, mentre i 777 anni di Lamec sarebbero la somma del periodo sinodico di Giove e di Saturno. Se poi dividiamo per 60 la somma degli anni dei patriarchi prima di aver generato un figlio e la somma degli anni dopo la procreazione, e sommiamo i due risultati, otteniamo la cifra 365. Attraverso calcoli complicati, che fanno girare subito la testa a un profano come chi scrive, gli anni dei dieci patriachi possono essere associati con l'uno o l'altro periodo astronomico. Tutto ciò è molto ingegnoso ma non ci dice quale è il senso di tali associazioni.
Senza voler liquidare tutti questi sforzi come vani esercizi di calcolo, è forse preferibile interpretare in senso simbolico i numeri di Genesi 5. Abbiamo visto come essi indichino una grande quantità di tempo, in accordo con la concezione diffusa in molte civiltà, secondo cui la vita degli uomini delle origini era straordinariamente lunga. L'umanità prima del diluvio viveva ancora in una condizione vicina a quella edenica. Non a caso Isaia quando descriverà l'età messianica come una rinnovata età dell'oro, dirà che nei giorni della nuova umanità: "non vi sarà più un bimbo dai giorni contati, né vecchio che non compia i suoi giorni: morrà giovane chi muore a cent'anni e maledetto sarà chi non raggiunge cent'anni" (Is. 65,20) La riduzione della durata della vita è legata alla progressiva degenerazione dell'uomo. Senza che venga detto esplicitamente, possiamo supporre che Adamo ed Eva fossero destinati a vivere eternamente nell'Eden. Il peccato e la cacciata comportano la loro mortalità. Anche la generazione del diluvio commette nefandezze e malvagità e perciò Dio decide di accorciarne la vita: "Il mio spirito non contenderà per sempre con l'uomo, perché è carne; il suo tempo sarà di centoventi anni" (Gen. 6,3). Delle generazioni successive al diluvio sfuggiranno a questa limitazione i patriarchi ebrei Abramo, Isacco e Giacobbe, vissuti rispettivamente 175, 180 e 147 anni, senza dubbio a causa dei loro meriti eccezionali. Lunga vita sarà concessa ad altri personaggi emblematici della storia del popolo ebraico, a Giuseppe (110 anni), a Mosè (120), a Giosuè (110). Aronne con i suoi 123 anni supererà di poco il limite fissato da Dio. Ma la vita dell'uomo in tempi normali è fissata dalla Bibbia a 70 anni: "La durata della nostra vita è di settanta anni e per i più robusti di ottanta" (Sal. 90,10). Se ne ricorderà Dante che nella primavera del 1300 a trentacinque anni era nel mezzo del cammino della sua vita. Naturalmente i redattori della Genesi erano interessati anche al problema cronologico e alla possibilità di datare gli avvenimenti biblici. La preoccupazione cronologica può spiegare anche le divergenze tra le diverse tradizioni. Mentre infatti il Pentateuco Samaritano e il Libro dei Giubilei presentano una cronologia corta (il diluvio avvenne nel 1307), la traduzione greca, la cosiddetta Settanta, seguita da Filone di Alessandria e da Flavio Giuseppe, ha una cronologia lunga (data del diluvio: 2242). In una posizione intermedia si colloca invece la Bibbia ebraica (1656). Queste differenze si spiegano generalmente con gli sforzi di "razionalizzazione" della cronologia biblica operati dai traduttori greci della Torah in epoca ellenistica. I traduttori, vissuti ad Alessandria nel III sec. a.C., avrebbero tentato di armonizzare i dati della Genesi con le tradizioni sacerdotali egiziane, secondo cui la prima dinastia faraonica era antica di tremila anni. L'esistenza di faraoni a un'epoca così alta era inconciliabile con la data bassa del diluvio. Da qui l'esigenza di retrodatare la distruzione della prima umanità. Per i cristiani, che adottarono come testo sacro la Bibbia greca, si aggiungeva anche una ragione di tipo escatologico: quanto più elevata era l'età del mondo, tanto prima sarebbe giunta la nuova età messianica, prevista per il settimo millennio. Ma questi aggiustamenti operati dalla Settanta generarono a loro volta una serie di problemi, come la "famosissima quaestio" dell'età di Matusalemme. Per la Bibbia ebraica e il Pentateuco Samaritano la data della morte di Matusalemme coincide con quella del diluvio. Se invece si accetta con la Settanta che Matusalemme morì nell'anno 2256 dopo la creazione, allora significa che questo patriarca visse altri quattrordici anni dopo il diluvio (avvenuto nel 2242). Ma ciò contraddice apertamente il racconto bibilico secondo cui soltanto Noè, sua moglie, i suoi figli e le sue nuore entrarono nell'arca. Sappiamo attraverso Agostino che certi cristiani accusavano gli ebrei di aver alterato il testo ebraico per diminuire l'autorità della Bibbia cristiana e dicevano che Matusalemme durante il diluvio era vissuto presso suo padre Enoc, precedentemente assunto in cielo da Dio. Insomma, anche l'età dei patriarchi antidiluviani ha fornito il pretesto a interminabili dispute, accuse, calcoli astrusi per salvare capra e cavoli, accese discussioni filologiche, nelle quali generazioni di esegeti e di commentatori hanno speso le loro brevi vite postdiluviane


L'età di Matusalemme
Lunga vita prima del Diluvio
di PIERLUIGI LANFRANCHI

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