capitolo 5 RIFLESSIONi e accostamenti

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MARIOCAPALBO
00giovedì 2 febbraio 2012 18:16

la crescita spirituale

capitolo 5

RIFLESSIONi e accostamenti

 

I° - Due tipi di confessione?

Alcuni potranno sostenere che questo metodo di accostarsi alla penitenza contrasta con le attuali tendenze della teologia e della liturgia sistematica, e fino ad un certo punto è vero.

Ø      Esistono movimenti per sostituire la confessione orale con funzioni di penitenza, i riti penitenziali che precedono la Messa e l'assoluzione generale. Tuttavia questo accostamento è coerente col ritorno dell'enfasi sulla confessione orale.

Ø      Per cinque secoli la Chiesa primitiva ebbe due tradizioni separate, che in seguito si fusero nella procedura di confessione stabilita, rimasta valida fino ai nostri giorni.

-         Una di queste tradizioni era quella della penitenza canonica, amministrata in pubblico dal vescovo là dove venissero confessati pubblicamente dei peccati conosciuti da tutti, come omicidio, adulterio e apostasia, e che quindi venivano assolti in pubblico con una penitenza da eseguire.

-         L'altra tradizione era quella della direzione spirituale e della preghiera per ottenere il perdono e la riconciliazione. Quest'ultima tradizione proveniva dall'usanza di consultare monaci ed eremiti conosciuti per la loro santità.

Ø      La confessione privata con una formula prescritta ebbe inizio nel sesto secolo presso i monasteri Irlandesi e  Scozzesi.  

La Chiesa Orientale ha continuato le due tradizioni separate della penitenza privata e comunitaria. Viene accentuato il ruolo del sacerdote quale intercessore nella preghiera, anziché giudice. Nel suo articolo sulla Riconciliazione Sacramentale, Franz Nikolasch commenta gli effetti di questa teologia:  

Per fare giustizia a questo ruolo, il sacerdote deve restare costantemente in ascolto della guida dello Spirito al quale Cristo ha collegato il perdono dei peccati (Gv. 20,22-23) e che ha insegnato ai discepoli a vincere la tentazione e a scrutare nel cuore degli uomini. É quindi comprensibile che in Oriente l'amministrazione del sacramento sia lasciata in larga misura ai monaci, poiché la loro continua tensione alla perfezione li lascia più aperti allo Spirito di Dio. Ancor oggi essi sono preferiti come confessori e "direttori spirituali"; e il fedele si rivolgerà a loro anche quando, come nelle epoche precedenti, non sono ordinati sacerdoti (p. 75).  

Pare probabile un prossimo ritorno della Chiesa romana ad un duplice approccio alla penitenza.

Ø      Così, l'accento comunitario posto sul sacramento potrebbe fiorire assieme alla confessione privata, accentuando l'intero processo della riconciliazione.

Oggi l'uomo ha un disperato bisogno della riconciliazione fondata sul pentimento, e le varie forme di penitenza individuale, e persino di gruppo, potrebbero essere strumenti potenti per promuovere l'unione con Dio. Tutto questo concorda con l'Articolo 72 della Costituzione della Sacra Liturgia, che invoca delle revisioni nel rito e nelle formule del sacramento. 

II° - La Guarigione solo al di fuori della confessione?

Sembra del tutto inappropriato che le preghiere di guarigione avvengano quasi esclusivamente al di fuori del sacramento della penitenza.

Ø      Fu il Signore a collegare per primo la guarigione al perdono del peccato, e la Chiesa ha sviluppato una teologia della riconciliazione che designa questo sacramento quale via ordinaria per la guarigione interiore.

Ø      Lo stesso concetto di salvezza è in relazione a "salus", che significa salute o integrità, e l'opera della salvezza mediante la penitenza dovrebbe includere tale guarigione che riconduce alla salute e all'integrità.  

III° - Un servizio verso il corpo di Cristo

É auspicabile che in ogni preghiera comunitaria i sacerdoti sviluppino questo ministero di guarigione, quale servizio prezioso verso il corpo di Cristo.

Ø      Esso dovrebbe estendersi anche a quei penitenti non coinvolti nel rinnovamento carismatico.

Alcuni potrebbero ritenere che l'accostamento alla confessione qui suggerito sia troppo nuovo e sconvolgente per i penitenti, ma l'esperienza dell'autore conferma che i membri delle comunità carismatiche hanno una sete incredibile di questo tipo di approccio e i laici, in generale, vi si adeguano con facilità e naturalezza.  

Testimonianza

La lettera che segue, ricevuta da una suora, servirà a meglio illustrare come le preghiere di guarigione attraverso il sacramento riescono a toccare la vita delle persone assetate di Dio. La lettera è stata scritta la mattina dopo aver ricevuto il sacramento e le preghiere di guarigione.  

Le zone in costante bisogno di guarigione - per arrivare a realizzare in noi ciò che già siamo in Cristo - includono il pregiudizio, il rimorso, l'odio di sé, le inibizioni, l'ansia e le paure, la gelosia, la vendetta, l'inganno, le cicatrici dovute ai sentimenti feriti, gli insulti, la trascuratezza, gli errori ecc. ... e tutti quei difetti fisici che ci impediscono di amare con quella libertà, apertura, generosità e costanza con cui Dio vorrebbe che amassimo!  

Non credo più che dobbiamo avere dei limiti. Dio ci ha creati per essere liberi: liberi nello Spirito di Gesù Cristo di fare e di essere tutto ciò che il Padre ci chiama a fare e ad essere.

E solo desiderando veramente che questa guarigione avvenga in noi, aspettandosela, pentendosi sinceramente per esserci permessi in passato di rimanere legati alle leggi del peccato,

e nella consapevolezza di questo processo costante di guarigione che avviene dentro di noi come una unione ed una relazione sempre più profonda con Cristo,

solo allora arriveremo a comprendere il grande atto della ri-creazione compiuta per noi ed in noi dal Signore Gesù Cristo - che anche ORA ci ha restaurati in lui, ad immagine del Padre! Amen! Così sia!  

IV° - L’Unzione degli infermi

Questa presentazione del sacramento della penitenza porterà molti lettori a speculare sulla potenza del sacramento dell'unzione degli infermi.

Ø      Il celebre passo di S. Giacomo (Gc 5, 15-16) è l'evidenza che gli anziani (i sacerdoti) della chiesa, in virtù del loro ufficio e in contrapposizione al ministero puramente carismatico, pregavano sui malati e li ungevano con olio perché fossero salvati ed i loro peccati venissero perdonati.

Ø      Questo sacramento poi fu conosciuto come Estrema Unzione, ed era associato alla morte. Secondo un falso concetto popolare diventò l'addio solenne da parte della Chiesa!

Ø      Tuttavia, l'insegnamento ufficiale della Chiesa e la sua pratica approvata poneva con forza l'accento sullo scopo del sacramento di guarire i malati [ii]. La guarigione doveva essere prima quella dello spirito, e poi anche del corpo. [iii]  

Semplificazione del rituale - Frederick McManus ha sollecitato la semplificazione del rituale riducendolo all'imposizione delle mani sul corpo del malato, e questo gesto sostituirebbe l'unzione delle varie parti del corpo.

Ø      Si preferisce l'imposizione delle mani per via del suo impiego tradizionale quale preghiera di guarigione: "un segno e una preghiera per guarire."[iv]

Il sacramento dell'unzione degli infermi dovrebbe essere un mezzo di grande guarigione.

Ø      Ma questo richiede che i sacerdoti credano al potere di guarigione presente nel sacramento stesso e che proclamino tale verità evangelica al malato.

La pietra di fondamento della guarigione attraverso il sacramento si trova nell'amore del Signore verso la persona malata e nel Suo desiderio di agire verso di essa nell'amore.  

L’Unzione degli infermi nel Rinnovamento 

Le persone coinvolte nel rinnovamento carismatico hanno potuto constatare che questo sacramento ha portato alla guarigione di malattie diagnosticate come mortali a scadenza ravvicinata.

Ø      Molte delle intuizioni per accrescere il potere della riconciliazione nel sacramento della penitenza troveranno applicazione anche nell'unzione degli infermi.

Sta agli altri sviluppare nuovi accostamenti al sacramento, onde permettere che il sacerdote e il soggetto interessato siano recettivi al massimo per consentire alla potenza del Signore di operare una  guarigione. 

V° - Pace e giustizia sociale

Va infine considerato il punto della pace e della giustizia sociale. Una delle osservazioni fatte ne "La Penitenza Oggi" è stata che la pratica moderna della confessione tendeva ad escludere le implicazioni di giustizia sociale.

Ø      L'argomento centrale di questo libretto è stato quello della riconciliazione.

Ø      Se l'uomo può essere reso integro dentro di sé e riconciliato con Dio, allora sarà nella posizione di essere strumento di Dio per la riconciliazione del mondo intero.

Ø      L'accento posto sul potere della riconciliazione nel sacramento della penitenza è il necessario inizio del processo di riconciliazione in case, comunità religiose, istituzioni, città, nazioni e nel mondo. Non vi è  altro luogo per cominciare.

Ø      Un uomo che non sia in pace con se stesso o con Dio, non potrà portare pace agli altri.

Ø      La pace, unita alla giustizia, è di vitale importanza, ed è stata trascurata troppo a lungo dal cristiano di comodo.

Ø      La risposta non sta nel rimproverarlo dei suoi errori per non aver portato la pace agli altri, ma nel portare a lui la pace della riconciliazione del Signore Gesù, affinché egli possa rispondere positivamente alla direttiva di portare la pace ai bianchi e ai neri, agli stranieri e ai figli nativi, ai portoricani e agli immigrati della seconda generazione, agli irlandesi del nord e a quelli del sud, ai dirigenti, ai lavoratori immigrati e a tutti i popoli della terra che stanno combattendo.

Alcuni penseranno che tutto questo sia troppo idealistico, e magari lo è. Ma non è più idealistico del Vangelo, che non dipende dalla carne ma dallo Spirito di Dio. "Egli ha affidato a noi il messaggio della riconciliazione." (2 Cor. 19).  

"Signore, fammi strumento della Tua Pace"

                        (S. Francesco d'Assisi).

  



Nikolasch, Frank - "Sacrament of Penance: Learning from the East," Riconciliazione Sacramentale, Concilio, Religione

negli Anni Settanta, ed. da Edward Schillebeeckx, Herder and Herder, 1971, p.75.

 

[ii] Poschmann, Penance and the Anointing of the Sick, p.247.

[iii] Ibid, p. 247

[iv] Vedi Siedlecki - "Renewing the Sacraments," p.8.

 

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